MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Blitz in Germania per catturare il pusher

Arrestato nei pressi di Francoforte l’ultimo componente della banda che portava in Valdarno cocaina e marijuana dall’Albania

di Maria Rosa Di Termine

Il cerchio si è chiuso con la cattura in Germania dell’ultimo componente della banda che gestiva lo spaccio di cocaina e marijuana in Valdarno.

E’ il tassello finale collocato al suo posto nei giorni scorsi dai Carabinieri della Compagnia di San Giovanni nel mosaico dell’operazione "Ricavo" che ha alzato il velo su un gruppo specializzato nel traffico internazionale di stupefacenti tra l’Albania e alcune zone della Toscana. Mancava all’appello un pregiudicato di 50 anni originario della provincia di Napoli che qualche giorno prima del blitz dei militari del 7 ottobre in terra valdarnese si era dato alla macchia. Dalle prime indagini era emerso che l’uomo si era trasferito in uno dei lander tedeschi.

Circostanza che ha indotto gli uomini dell’Arma a chiedere all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un mandato d’arresto europeo. All’inizio si era ipotizzato che il campano avesse provato a mettere in piedi un’attività imprenditoriale in una cittadina non lontana da Francoforte e per questo il Nucleo Operativo e Radiomobile sangiovannese ha lavorato in sinergia con i colleghi teutonici e il coordinamento del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia.

Un percorso compiuto anche con l’ausilio dell’Interpol e che non ha lasciato nulla al caso fino a rintracciare il latitante: dai pedinamenti dei familiari del ricercato, alla localizzazione dei telefoni, all’analisi approfondita dei social network che spesso tradiscono anche i malviventi più accorti.

Alla fine martedì scorso il cinquantenne è stato scoperto e arrestato alla stazione centrale di Monaco di Baviera mentre aspettava di salire su un treno. Già avviate le procedure per l’estradizione e gli inquirenti dovranno ora capire chi lo abbia aiutato a espatriare e dove fosse diretto.

Ormai dunque si è composto il puzzle dell’inchiesta, durata ben due anni e in due distinte fasi, che prese il nome dalla località di Levane, chiamata appunto Ricavo, ritenuta il quartier generale dei trafficanti. In un primo momento fruttò 11 arresti in flagranza di reato, di cui 5 per spaccio di droga e 6 per furto aggravato, mentre nella notte tra il 6 e il 7 ottobre scorsi furono eseguiti 9 provvedimenti cautelari disposti dal Gip del Tribunale di Arezzo nei confronti di altrettanti indiziati a vario titolo di concorso continuato e aggravato in detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana.

Cadono definitivamente i veli quindi a un’attività criminale che aveva trovato terreno fertile nella vallata sfruttando per gli approvvigionamenti di polvere bianca ed "erba" i canali gestiti in prevalenza dalla criminalità albanese. Mercato florido che si sviluppava nell’intera valle da Laterina a Figline e Incisa e per smascherare i responsabili i militari avevano fatto ricorso ad un compendio di tecniche investigative classiche e sofisticate, dai servizi di osservazione e pedinamento dei sospetti alle intercettazioni telefoniche, ambientali e alla videosorveglianza da remoto.

La clientela era fidelizzata e si rivolgeva ai pusher più volte al mese o anche alla settimana domandando per telefono ai fornitori chiamati per nome se fosse arrivato il formaggio da assaggiare. Tra i luoghi dello smercio, oltre al casolare di Ricavo, anche una pizzeria di San Giovanni e un bar di Levane che furono chiusi dai carabinieri.

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