Federico D'Ascoli
Cronaca

Benzina da record: ad Arezzo i prezzi più alti della Toscana, il pieno costa 4 euro in più

I picchi più alti in base all'osservatorio prezzi al ministero dello sviluppo econoimico e quelli migliori. Le cause dello sbilanciamento tra una città e l'altra

DISAGI Il distributore di viale Bodio, zona piazzale Lugano

Arezzo, 17 agosto 2019 - Ormai si fa tutto con lo smartphone: anche cercare nelle vicinanze il prezzo più conveniente per un pieno di carburante. Ci sono app collegate con l’osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico che permettono di stilare la classifica dei prezzi più convenienti in una determinata zona. Non ne viene fuori un quadro particolarmente benevolo per gli automobilisti aretini. La nostra è l’area metropolitana meno conveniente della Toscana per chi cerca benzina a prezzi stracciati.

Solo Massa nel settore diesel supera Arezzo ma appena di qualche millesimo. Sembrano numeri trascurabili ma tra la nostra città e Grosseto c’è uno sbilancio di circa quattro euro per ogni pieno, benzina o diesel che sia. Lo stesso succede con tutte le altre città della Toscana: anche nella vicina Siena in cui un pieno si paga anche un paio di euro in meno.

Più conveniente il rifornimento anche a Perugia e pure a Firenze, dove si trovano occasioni nelle zone periferiche mentre nei mini distributori più vicini al centro storico si pagano cifre importanti. Curioso anche il panorama interno ad Arezzo: ci sono almeno sette centesimi al litro di gasolio che fanno la differenza tra il distributore «no logo» My Oil di via Fleming che vende a 1,449 e i distributori Esso e Tamoil in zona San Marco che toccano quota 1,519.

Sulla benzina si va dai 1,569 di due Q8 Easy in via Fiorentina e in via Alighieri fino agli 1,629 dell’Esso di viale Martini. È qui che ballano altri 3 o 4 euro per riempire il serbatoio, dipende tutto dai prezzi applicati. Non è nemmeno raro, ormai, trovare distributori della stessa azienda petrolifera con differenze di una decina di centesimi al litro nel giro di pochi chilometri o addirittura poche centinaia di metri.

Misteri delle strategie aziendali di un prodotto in cui oltre il 60% è rappresentato da imposte sotto forma di diciassette accise con motivazioni che in alcuni casi sono paradossali: la guerra d’Etiopia del 1935, l’alluvione di Firenze (1966), i terremoti di Belice (1968) e Irpinia (1980), oltre al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri firmato nel 2004. Imposte fisse che valgono dalle Alpi alla Sicilia.

Ma perché la benzina e il gasolio costano, da queste parti, più della media toscana? Sarebbe tutta una questione dei costi di trasporto che incidono di più rispetto ad altre parti della Toscana. Il centro di smistamento della benzina è a Calenzano e per questo i camion-cisterna che riforniscono gli oltre 150 distributori di benzina della provincia utilizzano l’autostrada. Il costo del pedaggio avrebbe un’incidenza importante sul prezzo che il gestore si trova a decidere in base all’accordo che ha siglato con la casa petrolifera proprietaria della pompa di benzina.

Non si spiegherebbe altrimenti il prezzo più basso che avvantaggia gli automobilisti senesi che hanno l’autostrada per Calenzano, così come per i grossetani a cui i carburanti arrivano da Livorno senza l’aggravio del pedaggio. Solo Massa è nella stessa condizione, probabilmente perché dal centro di smistamento di Livorno si arriva soltanto con l’autostrada. Ma basta il pedaggio a giustificare almeno due-tre euro di differenza per ogni pieno, rispetto alle altre aree urbane della regione?