LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Benedizione" del Carnevale. Il vescovo tra i grandi carri

Migliavacca prima agli uscioni e poi nel cuore di Foiano tra i cantieristi . La seconda sfilata fa il pieno di folla: oltre cinquemila tra i vicoli del centro. .

Il vescovo Andrea insieme ai cantieristi durante la visita al Carnevale

Il vescovo Andrea insieme ai cantieristi durante la visita al Carnevale

Sta per indossare quel foulard, ignaro del coro di "noooo" che di lì a poco lo sovrasta. E si mischia alla musica che avvolge i giganti di cartapesta. Lui, capisce al volo che quel gesto avrebbe attirato le ire degli altri cantieristi e con nonchalance lo ripiega tra le mani. Vale per gli Azzurri, vale per Rustici, Nottambuli e Bombolo. Quattro foulard in tasca, insieme alla storia, antica che Foiano custodisce da 486 anni: il Carnevale. Una scoperta per il vescovo Andrea che ha accolto l’invito del sindaco Iacopo Franci e certificato il debutto di un vescovo nel regno di re Giocondo. L’ultimo a restare a bocca aperta davanti ai giganti di cartapesta era stato Gualtiero Bassetti, allora al timone della diocesi. Lo ricorda don Alessandro, il parroco che accoglie Migliavacca e gli spiega la passione dei foianesi per la manifestazione. Che nella seconda domenica di sfilate, tocca un altro record: oltre cinquemila persone tra vicoli e piazze del centro a ballare e scattare foto davanti ai grandi carri, che imponenti, avanzano tra le strettoie del Corso. Sì, perchè la particolarità dell’evento, unico rispetto agli altri Carnevali, è che i maestri cartapestai costruiscono vere e proprie opere d’arte misurando la larghezza tra i palazzi del centro. "Bellissimo", ripete il vescovo mentre osserva i carri che salgono dai cantieri verso la piazza dove tutto ha inizio e fine: la partenza, certo ma anche il rogo al quale nell’ultimo giorno della festa, salirà re Giocondo non prima, però, di aver lasciato ai suoi "sudditi" il testamento in rima con gli aneddoti più improbabili e divertenti accaduti ai foianesi durante l’anno. L’empatia del vescovo si misura nelle strette di mano, nei sorrisi, nella richiesta di scoprire come nasce un carro di cartapesta e del lavoro che sta dietro allo spettacolo finale. Così, si spinge fino nei cantieri dove scopre un via vai di persone in costume: sono i protagonisti delle mascherate al trucco, prima dello start. Migliavacca saluta e incoraggia: "Bravi, fate un ottimo lavoro, avanti così".

E i giovani gli si fanno incontro, alcuni con le espressioni un pò stupite e del resto "non capita tutti i giorni che un vescovo si interessi alla nostra passione", commenta poi il ragazzo che gli ha appena consegnato il foulard del suo cantiere. "Ho conosciuto una bellissima realtà, ma tornerò presto a trovarvi", è la promessa che strappa sorrisi e apprezzamento. "è una manifestazione che coinvolge un’intera comunità, con tantissimi giovani appassionati e custodi di una tradizione importante. Un gioco di squadra che dura per tutto l’anno". E chissà se nella promessa del ritorno nel regno del Carnevale ci sarà tempo anche per un aperitivo, di quelli che Migliavacca ha già calendarizzato nell’agenda di primavera in ogni vallata. Lui non si tira indietro e rilancia: "Perchè no? Se mi invitano sono pronto". Il sindaco gongola e con lui mezza giunta che segue il vescovo in questa visita che lascia il segno. E segue il fil rouge della missione in Vaticano, da Papa Francesco per fargli conoscere l’arte della cartapesta. Come? Con la sua immagine in cartapesta: il dono del Carnevale.