REDAZIONE AREZZO

Basterebbe davvero Arezzo alla gloria d’Italia? Proviamo a immaginare una "walk of fame"

Una "passeggiata" nella storia: ogni pochi metri troveremmo segni e pietre che ricordino i grandi aretini

Carducci ne era convinto, gli aretini pure, magari a fasi alterne. Nei secoli abbiamo ringhiato spesso da orgogliosi ghibellini, a volte dandole, come ai tempi dell’Armata Aretina del Vivamaria contro i francesi, più volte prendendole, come a Campaldino. Il meglio di sé però il popolo di Arezzo lo ha dato generando artisti e personaggi eccellenti. E allora perché non trasformare la strada più calpestata della nostra città in una “walk of fame” tutta aretina? Ogni pochi metri, a terra, dove tutti camminano, aretini e turisti, pietre incastonate nel selciato che ci ricordino i nomi di aretine e aretini illustri. E’ vero che le lapidi ci sono anche sui muri, ma siamo sempre meno abituati a tener la testa per aria. E allora la storia dell’arte e della letteratura impariamole camminandoci sopra, ché pian piano quei nomi diventeranno familiari.

L’elenco è lungo, tra passato e presente: Mecenate, Vasari, Cesalpino, Piero Della Francesca, Guido monaco, Pietro Aretino, Petrarca; tra le donne poetesse, eroine, sante e muse come Faustina e Ippolita degli Azzi, Santa Teresa Margherita Redi e Amaranta Mancini;e tra i contemporanei Arturo Benedetti Michelangeli, Negrita, Pupo, Roberto Benigni, Menchino Neri e mille altri ancora, lista interminabile! Appuntamento da Mecenate?