
L'ultima assemblea di Banca Etruria
Arezzo, 28 ottobre 2015 - Banca Eruria è al bivio: il salvataggio è vicino come non mai, ma la linea rossa che separa il successo dal fallimento è ancora sottile. Perchè il Fondo Interbancario è pronto a intervenire (lo ha confermato il presidente Salvatore Maccarone in un’audizione ieri alla Camera) ma non è affatto escluso che a Bruxelles la Commissione Europea consideri l’operazione come un aiuto di stato, quelli vietati dalle regole della Ue. E in quel caso sarebbe notte fonda per Bpel come per gli altri istituti coinvolti: CariFerrara, CariChieti e Banca Marche.
Senza il via libera europeo, spiega Maccarone, salterebbe tutto e quello della commissione è un ostacolo grave: non è affatto detto che i contatti avviati dal governo italiano bastino a superarlo. Comunque il presidente è convinto che il salvataggio si debba fare, anche se per Banca Etruria c’è un problema in più: prima bisogna procedere alla trasformazione in Spa, deciso dal consiglio dei ministri a gennaio per le dieci popolari più importanti.
«Se non nasce la società per azioni, la Bce non ci autorizzerà mai a intervenire». L’operazione per mettere in sicurezza i quattro istituti ha un costo di 2 miliardi. Se dovessero saltare, ce ne vorrebbero 12 e mezzo per rimborsare i depositi: «Sono soldi che il Fondo Interbancario non ha e non avrà mai».
Conviene infatti rammentare che tutti i conti fino a 100 mila euro sono assicurati e tocca appunto al Fondo Interbancario intervenire per garantirli, ma il presidente è appunto scettico sul fatto che la sua istituzione abbia i soldi necessario a farlo. Meglio allora agire a monte per rimettere in carreggiata le banche prima che vadano a fondo. E’ per questo che il fondo ha deliberato di intervenire e ha avviato un’attività di due diligence ormai completata.
Si gioca tutto, dunque, nelle prossime settimane e per Arezzo è davvero una partita decisiva, perchè Bpel è un elemento fondante del sistema economico locale.