Badia a Soffena, un comitato per il rilancio

Il gruppo si è posto l’obiettivo di trasmettere impegno e ricreare interesse da parte delle istituzioni competenti sul complesso dell’Abbazia

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di Francesco Tozzi

È nato a Castelfranco di Sopra un comitato autonomo di liberi cittadini al fine di sensibilizzare la cittadinanza sul futuro di Badia a Soffena, la cui destinazione d’uso è oggetto di dibattito ormai da tempo. Il gruppo si è posto l’obiettivo di trasmettere impegno e ricreare interesse da parte delle istituzioni competenti sul complesso della Abbazia di San Salvatore a Soffena, che oggi ha un accesso limitato e scarsa fruibilità. Venerdì scorso al teatro Wanda Capodaglio è stato fatto il punto della situazione sullo stato attuale della pieve e per fare ciò sono state invitate delle figure competenti in materia per accendere i riflettori su questo bene monumentale che rischia di essere dimenticato. L’immobile infatti è inserito all’interno di un parco molto ampio ad oggi poco utilizzato.

"Attraverso gli elementi che il passato ci racconta ho immaginato un progetto per il futuro di Badia a Soffena – spiega Tommaso Piccardi, architetto, tra i relatori dell’iniziativa – Il progetto ha suscitato suscitato interesse, stupore e curiosità, recuperando il parco esterno realizzando una nuova piantumazione legata al territorio, inserendo nuovi temi e attività collettive e conferendo nuove funzioni all’immobile. Questa operazione rappresenta una nuova configurazione per il disegno urbano di Castelfranco di Sopra. Ricucire il tessuto urbano attraverso gli antichi elementi della via Clodia romana e del vecchio corso d’acqua che si articola sulla presenza di alcuni mulini. Si verrà così a costituire una nuova interpretazione della chiesa – conclude Piccardi – e dell’ambiente circostante in grado di rendere questo luogo fruibile per i cittadini. L’esterno ad esempio potrebbe essere recuperato con del verde pubblico o attraverso l’installazione di attrezzature, mentre gli ambienti interni con spazi amministrativi o sale polivalenti". Sarà possibile dunque dare un’interpretazione in chiave moderna a un edificio di importantissima rilevanza storica. Per i membri del comitato, recuperare questo terreno significa anche ristabilire una connessione tra la Castelfranco antica e la Castelfranco contemporanea edificata fuori dalle mura, tenendo alla base una logica di ecosostenibilità, elemento di incentivo e praticità. Il comitato sta cercando di stabilire un piano d’azione per dare supporto all’amministrazione comunale, fungendo da team di lavoro per metterla nelle condizioni di prendere in considerazione l’acquisizione della badia. Il parco è già di competenza del Comune, mentre l’edificio è in carico alla direzione dei Musei toscani. Si tratterebbe a questo punto di intercettare le risorse adeguate per fare tornare in mano al Comune l’abbazia.