"Autobus ridotti, mio figlio a scuola in bici"

Al Fonterosa sale la protesta. Daniela Valli: "Abbiamo pagato l’abbonamento annuale ma subiamo un disservizio. Costretti a usare l’auto"

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Hanno pagato l’abbonamento all’autobus per l’intero anno scolastico. Ma con l’arrivo delle nuove linee e con corse e orari modificati non riescono più ad usufruire del servizio pubblico. Il figlio più grande va a scuola in bicicletta e il più piccolo in auto accompagnato dai genitori. A denunciare il disservizio è una mamma che abita alla periferia della città nel quartiere Fonterosa. Un tempo ben servito dalle linee 4, 6 e 2. Ora, invece, scoperto in molti momenti della giornata. In particolar modo quelli che riguardano l’ingresso e l’uscita dalla scuola e dal lavoro. E’ uno dei tanti disagi che molte famiglie aretine si trovano a vivere in questi giorni dopo la rivoluzione sul servizio di trasporto pubblico. "Se avessimo saputo così, non avremmo pagato l’abbonamento per un anno - dice Daniela Valli che da quasi cinquant’anni abita al Fonterosa - Prima per andare a scuola i ragazzi e mio marito che lavora in centro avevano a disposizione tre linee. Adesso ne hanno due: una per l’andata e una per il ritorno. Ma le corse non sono frequenti come prima. L’unico autobus disponibile per andare a scuola passa alle 7,20. I ragazzi che entrano alle 8,20 devono stare più di mezz’ora in giro per la città prima di entrare in classe. Così il figlio più grande va a scuola in bici ed il più piccolo lo accompagno con l’auto".

Una situazione che mette in difficoltà non solo la signora Valli, ma anche tante altre famiglie in altri quartieri della città. "Sabato scorso con mio marito - racconta - siamo andati con l’auto a prendere i ragazzi a scuola. Un incubo: da Porta Trento Trieste a piazza Guido Monaco ci abbiamo impiegato un’ora, imbottigliati in una fila continua di veicoli. E non è un caso: se il servizio pubblico non va incontro alle esigenze della gente, tutti dobbiamo ripiegare su mezzi propri. E così si paralizza anche il traffico". Situazioni difficili per gli studenti, ma anche per le persone anziane. "Anche mia suocera che fino ad ora si muoveva autonomamente con l’autobus - continua Daniela Valli - adesso ha difficoltà ad uscire. Lei abita un’altra zona della città, ma i disagi sono gli stessi con le linee degli autobus rivoluzionate. E non è facile in così poco tempo e all’apertura delle scuole capire come muoversi, quali coincidenze prendere. Sempre che vada tutto bene. Se c’è un ritardo, la coincidenza salta e bisogna aspettare almeno mezz’ora".

Sonia Fardelli