Austerity: cresce il Natale al buio Altri comuni spengono le luminarie

La linea partita da Badia Tedalda e dal castello di Poppi si allarga ormai a una buona parte della provincia. Casentino e Valtiberina in testa. In tanti si affidano ad addobbi più spartani. L’effetto degli eventi in città

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di Alberto Pierini

Aveva iniziato Badia Tedalda, con un drastico annuncio del sindaco": qui di notte si spegne tutto. E aveva perfino richiesto rinforzi di controlli per garantire comunque la sicurezza. Anche se ha inventato le stelle alternate in centro, fino alle 4. Da allora il fronte del Natale al buio si è andato allargando, fino ad abbracciare una bella fetta della provincia. L’altro Natale, quello che fa a cozzi con i fasti della festa aretina, un richiamo potentissimo di turisti e visitatori.

E c’è perfino chi collega le due realtà. Perché i mercatini e le altre attrazioni sono una calamita potentissima anche e soprattutto per la provincia. E mentre la spesa sull’illuminazione del capoluogo, pur ridotta rispetto ad un anno fa, ha un immediato riscontro, quella dei paesi rischierebbe anche di girare a vuoto.

Ma tant’è: è uno dei grandi trend delle feste di quest’anno. Gli ultimi comuni a salire sul carro del risparmio sono stati Anghiari, Pieve Santo Stefano, Monterchi. La parola d’ordine che sta avvolgendo la Valtiberina è quella degli alberi al centro del villaggio ma riducendo davvero all’osso stelle e stelline.

Una linea che in Casentino comuni come Montemignaio hanno trasformato in un volano per il proprio prodotto di punta: gli alberi di Natale. La coltivazione trasforma il paese tra i più piccoli della Toscana in un punto di riferimento delle metropoli: fino al Vaticano, che in passato ha sfoggiato abeti giganti proprio in arrivo dal Casentino.

E così il no ai consumi diventa un sì alla tradizione. Pieve per esempio sceglie la strada spartana con una sola eccezione, quella della piazza centrale, che così diventa il cuore del villaggio. Anghiari conferma l’albero che raccoglie una comunità e vira sui led nei punti strategici, che da quelle parti di sicuro non mancano. A Monterchi tre alberi illuminati e top, uno solo dei quali nel capoluogo, gli altri saranno nelle frazioni.

Ma la mappa è sempre più articolata. Chiusi della Verna non rinuncia alle luci ma taglia gli orari di accensione. Bibbiena riduce drasticamente qualsiasi tipo di illuminazione, lasciando ai commercianti se vogliono la possibilità di fare da soli.

Montevarchi elimina le proiezioni sui palazzi, il classico videomapping, che sfavillavano in piazza Varchi e via Roma, puntando solo sulle luminarie classiche. Castiglion Fiorentino preferisce rinunciare alle luci nei parchi e sui monumenti. Cortona agisce sui lampioni ma ha anche tagliato la pista di pattinaggio su ghiaccio, energivora come non mai: e vira sulla teleferica a zero consumi. Castel Focognano zero luminarie, a meno di iniziative private. Poppi stringe la cinghia dappertutto, a cominciare dal castello. Vista da un’astronave o dalla luna la provincia somiglierà a fasci sporadici di luce affogati nel buio. Cicatrici, o forse buoni pensieri, di un Natale diverso dal solito.