Sarà il laboratorio Sagor dell’azienda speciale Arezzo sviluppo, una delle tre strutture a livello nazionale chiamate a controllare e contrassegnare le produzioni di gioielli in partenza per i ventuno Paesi che aderiscono alla Convenzione di Vienna. Il laboratorio Sagor, istituito dalla Camera di commercio nel 1990, è accreditato (in conformità alla norma IsoIec 17025:2018) ed è in grado di eseguire verifiche non invasive con spettometro a raggi x, marcatura laser per la punzonatura, certificazioni aggiuntive del titolo e certificazioni di garanzia del lotto. Il laboratorio aretino esegue già anche il saggio facoltativo denominato "Italia Turrita" previsto dalla normativa e che attualmente viene effettuato solo su prodotti in esportazione verso la Francia e permette di eliminare i controlli e le punzonature normalmente previsti dalle leggi francesi. L’adesione dell’Italia alla Convenzione di Vienna, consentirà di facilitare il commercio internazionale degli oggetti realizzati con metalli preziosi. Il tema è stato al centro di un convegno organizzato ad Oroarezzo da Unioncamere e Confindustria Federorafi. Ne hanno parlato tra gli altri, Massimo Guasconi, presidente dell’ente camerale di Arezzo-Siena, Claudio Tommasini e Maria Valeri Pennisi di Unioncamere, Marco Randellini, segretario generale della Camera di Arezzo-Siena, Michele Marchetto, della Camera di commercio di Vicenza e Stefano De Pascale, direttore generale di Confindustria Federorafi.
CronacaArriva un raggio laser per il marchio sui gioielli