Martina: un reato è già prescritto, appello rinviato di 10 mesi. Pena almeno dimezzata

La morte come conseguenza di altro reato estinta da febbraio. Valeva tre anni dei sei della doppia condanna ad Albertoni e Vanneschi. Si va a settembre 2020

Martina Rossi

Martina Rossi

Arezzo, 28 settembre 2019 - La morte come conseguenza di altro reato, uno dei due capi di imputazione della condanna per il caso Martina, è già prescritta. Lo ha rilevato in apertura di processo d'appello il presidente della corte d'appello di Firenze Angela Annese: è pacifico, ha detto, che il reato sia estinto dallo scorso febbraio, essendo un'aggravante dell'accusa principale, la tentata violenza sessuale di gruppo.Di qui il rinvio del processo al 25 settembre 2020, con seconda udienza al 5 ottobre.

Ma perchè allora l'udienza di secondo grado era stato fissato a meno di un anno dalla sentenza che aveva condannato a sei anni i due ragazzi di Castiglion Fibocchi, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, giudicati colpevoli dal tribunale di Arezzo presiediuto da Angela Avila? Perchè c'era stata una segnalazione dello stesso tribunale in cui si sottolineava il rischio di prescrizione per la morte come conseguenza di altro reato. Segnazione non corretta, dice la corte d'appello, il reato è già estinto da febbraio. Quindi non c'è più l'urgenza di dover arrivare a una seconda sentenza (la violenza di gruppo si prescrive nel 2021) e ci sono processi d'appello che vanno fatti prima, innanzitutto quelli con detenuti.

Cosa significa in termini pratici? Che nella peggiore delle ipotesi per la difesa, gli avvocati Stefano Buricchi per Vanneschi e Tiberio Baroni per Albertoni, le pense saranno dimezzate: tre anni al posto di sei, perchè gli altri tre erano quelli relativi al reato ora prescritto. Ovviamente però, i difensori puntano all'assoluzione piena. C'è anche un'altra ipotesi che la violenza di gruppo venga derubricata a violenza individuale, reato che si prescrive il 9 dicembre, molto prima che il processo entri nel vivo. Significherebbe che Albertoni ha fatto tutto da solo, con Vanneschi mero spettatore esterno.

Lo scenario dipinto dalla sentenza di primo grado, che accoglieva in gran parte le richieste del procuratore Roberto Rossi e della parte civile (i genitori), costituita con gli avvocati Stefano Savi e Luca Fanfani, era quello della studentessa genovese di architettura, Martina Rossi appunto,vittima di un tentativo di stupro per sfuggire al quale avrebbe cercato di scavalcare il terrazzo del sesto piano dell'Hotel Santa Ana di Palma di Maiorca, perdendo l'equilibrio nella concitazione e precipitando al suolo. Era l'alba del 3 agosto 2011. L'inizio di un giallo che ha commosso l'Italia.