
giostra
Arezzo, 4 settembre 2017 - Arezzo ritrova il suo Saracino più sentito. Una domenica di Giostra che a settembre coinvolge una città intera. Quella che ieri si è mossa al ritmo della sua manifestazione più amata. Dal primo colpo di mortaio alle 7 del mattino fino a quello dell’entrata in piazza. Nel mezzo un corteo storico seguito passo passo per le vie del centro. Potere della Giostra che raduna migliaia di persone lungo le strade in attesa di veder passare quasi 400 figuranti.
Armati di bandiere e foulard, quella fuori dalla piazza è stata prima di tutto la festa per le famiglie partita con il bando della mattina e la folla assiepata ad ogni angolo del centro anche nella sfilata del pomeriggio. I punti più caldi sono stati come sempre il Corso, San Michele e via Roma, ma tutto è filato liscio. Una folla ha accolto il corteo alla svolta di San Francesco, è la Giostra. Che scalda gli animi ancora prima che la sfilata abbia inizio, dalla benedizione di ogni quartiere al raduno di tutti i figuranti in piazza S.Domenico. Qui si respira la vera tensione, è da qui che parte il corteo che dopo 1 chilometro raggiunge il luogo della disfida. Un serpentone diretto in piazza Grande, dopo aver attraversato l’intero centro.
Dopo il colpo di mortaio delle 17, in piazza gli applausi a scena aperta sono stati per Sbandieratori e Musici. Gremite tribune e posti in piedi con i ticket andati praticamente esauriti nei primi due giorni di apertura delle biglietterie. Non solo aretini, anche tanti turisti in piazza. E poi Sky e Tf1, primo canale televisivo francese per ascolti. Tutto in una piazza blindata che come per l’edizione di giugno ha attivato misure di sicurezza straordinarie con operazioni di controllo svolte anche con l’ausilio di metal detector. Una sessantina gli steward schierati per garantire il massimo del controllo e coadiuvare le forze dell’ordine. Sono loro per esempio che intervengono a sedare gli animi agitati in tribuna tra quartieristi bianco verdi e giallo blu. Alla fine tutto è filato liscio sia in termini di flussi in entrata ed escuita del pubblico, sia sulla piazza. Dopo la disfida e prima dell’inno eseguito dai Musici, uno speaker annuncia addirittura a come uscire a fine spettacolo seguendo i cartelli verdi con la scritta exit, gli stessi attaccati anche sotto gli scudi alle mura della piazza, sicuramente funzionali ma dal colpo d’occhio estemporaneo.
Le tensioni più grandi prima delle carriere e alla discesa dei cavalli al pozzo. Una su tutte l’invasione della lizza da parte dei figuranti giallo cremisi. In piazza tanta gente e qualche volto noto, come quello di Andrea Scanzi. In tribuna, accanto al sindaco Kelly Degnan, vicecapo dell’Ambasciata Usa a Roma. Una Giostra che ha visto di nuovo la consegna della lancia dal balcone. Da qui fino ad ora si era affacciato solo Ezio Gori. Questa volta è toccato a Maurizio Carboni che qui ha ricevuto la lancia d’oro, che curiosità, era più pesa del solito. Non è stato certo un problema per chi l’ha dovuta alzare al cielo. A realizzare l’elsa, l’artista bresciano Ugo Riva. Dedicata all’architetto Dante Viviani del quale ricorre il centenario della morte e che realizzò la facciata del Duomo di Arezzo in stile neogotico. Lo stesso Duomo in cui un popolo bianco verde festante si è radunato dopo la vittoria per il Te Deum di ringraziamento. E se il pubblico in piazza è stato come al solito caldissimo, c’è anche chi il Saracino lo ha visto in tv. Nelle sedi dei quartieri per esempio, tra maxischermi e tanta gente assiepata, o davanti alla tv anche nei tanti bar e locali che trasmettevano la Giostra. Una festa per attività e ristoranti che ieri hanno fatto il tutto esaurito e per un giorno affari d’oro.