
FE_AF1_9102-6060626_WEB
Arezzo, 28 agosto 2018 - PER BAR, ristoranti, pizzerie, birrerie e quant’altro è una delle settimane più nere dell’anno, manco fosse Ferragosto. Colpa della movida di Giostra, che trasferisce nelle piazze dei quartieri le folle abituali dei locali. Come i pastori d’Abruzzo di D’Annunzio, gli aretini, soprattutto giovani ma non solo, lasciano gli stazi (cioè i luoghi di ritrovo abituali) e corrono verso il mare, fuor di metafora la San Giusto in cui si radunano gli aficionados di Sant’Andrea, i Bastioni cari al «popolo» di Santo Spirito, la piazzetta di Porta Crucifera e dintorni, che ospita i tifosi di Colcitrone, e il vicolo della Palestra per le truppe di Porta del Foro.
L’entusiasmo non manca mai, anzi qualche volta ce ne vorrebbe un po’ di meno, vedi il rissone di venerdì notte in via Fontanella, fra i classici rivali di Sant’Andrea e Porta Crucifera: 40 esagitati che se le sono date di santa ragione per colpa di uno striscione a sfottò appeso da quelli di Colcitrone a metà strada: «Meno male che avete le donne coraggiose, perchè se aspettiamo gli uomini». Ironia pesante, che nel clima della vigilia ha scatenato il parapiglia lungo la via che divide i due quartieri, teatro da sempre degli scontri, tanto che forse meriterebbe un presidio più continuo e magari una telecamera utile a individuare chi esagera.Indaga la Mobile, che ha già sentito una decina di ultras indicati dalla voce pubblica come testimoni o protagonisti. Chissà se basteranno i loro racconti a far scattare le ormai consuete denunce oppure se prevarrà l’omertà che caratterizza spesso situazioni del genere.
LA SPEDIZIONE punitiva o la controspedizione restano comunque l’eccezione delle ore piccole, quando il tasso alcolico è alto e gli animi sono agitati. Prima le notti sono di coloro che vogliono divertirsi. Stimarne il numero è impresa ardua, perchè nessuno ha mai tenuto il conto, ma si può calcolare che in una settimana pre-Giostra tipica siano almeno 30 mila e senza calcolare le cene propiziatorie che sono un fenomeno a parte.
Tanto per dire, un quartiere trendy come Sant’Andrea, fra i più seguiti e anche reduce dalla vittoria di giugno che ha moltiplicato la passione, allestisce in media 300 coperti per sera. I quartieristi si trasformano in pizzaioli, chef e anche camerieri, il tutto ad maiorem gloriam dei loro colori, per i quali gli incassi delle cosiddette «settimane del quartierista» sono uno degli introiti di maggior peso del bilancio
. E POI LE pizzate, le cene, gli aperitivi sono solo una parte del colore della movida, capace di radunare un migliaio di persone a sera a Sant’Andrea e Santo Spirito, le due calamite di maggior richiamo per la raffica delle lance d’oro recenti. Ma anche Colcitrone e Porta del Foro non sono lontani da questi numeri. Il resto è fatto della musica a sfonda-orecchie che trasforma le piazze di ciascun quartiere in discoteche a cielo aperto in funzione fino a tarda notte.
Le canzoni sono quelle dell’estate o anche gli evergreen in compagnia dei quali hanno ballato intere generazioni. I residenti sopportano, talvolta di malavoglia, perchè è dura dormire con le note a tutto volume e con qualcuno che nell’aria di festa popolare si dimentica delle regole più elementari: non sgassare col motorino a tarda ora, non imbrattare i muri con i propri residui organici. Qualche volta, se l’ebbrezza sale, c’è scappato persino di peggio, come la volta della violenza sessuale su una ragazzina, che è costata anni di processi ad alcuni ragazzi-bene. Eccessi che guastano la movida di Giostra ma non la fermano. Tanto sono due settimane l’anno e già domenica sera in tre quartieri su quattro regnerà un silenzio spettrale, quello degli sconfitti.