Lavoro finto per ottenere permessi di soggiorno veri: sessanta indagati per truffa e falso

Stranieri, extracomunitari e non, si prestavano ad assumere fittiziamente altri immigrati che così potevano restare in Italia e ottenere anche l'indennità di disoccupazione. L'inchiesta è della Finanza di San Giovanni

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Arezzo, 5 settembre 2015 - Assumevano disgraziati più disgraziati di loro. Immigrati stranieri, comunitari e non, che si prestavano a dare un falso contratto di lavoro da col, badanti e quant'altro ad altri migranti. Il tutto era finalizzato, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza di San Giovanni, a consentire a questi ultimi di ottenere il permesso di soggiorno, legato appunto all'assunzione, e magari ad ottenere l'indennità di disoccupazione quando la finta occupazione svaniva come neve al sole.

Un giochetto che per il codice penale integra almeno due reati: la truffa e il falso. Per questo sono state iscritte nel registro degli indagati della procura una sessantina di persone, tutte di origine straniera. L'indagine dei finanzieri parte addirittura nel 2015 e porta ad esaminare un'ottantina di contratti di assunzioni, soprattutto di colf e badanti provenienti dall'estero. Una sessantina appunto quelli che si sono rivelati fittizi. Nel mirino c'è anche la posizione dell'impiegato di un Caf che potrebbe aver agevolato il giro adesso smascherato.

L'indagine ha portato alla scoperta di un'altra decina di situazione nella quale gli immigrati erano stati assunti ancora come colf e badanti mentre in realtà facevano gli operai, il che consentiva di pagare contributi più bassi.Il fascicolo d'inchiesta è nelle mani della procura di Arezzo, nelle prossime settimane la decisione su come procedere nei confronti degli indagati