REDAZIONE AREZZO

Tassa dei fossi, tanti ricorsi in attesa di sentenza

E proseguono le segnalazioni dei cittadini su fossi e torrenti che necessitano interventi

IL PRESIDENTE Il numero uno del Consorzio 2 Alto Valdarno Paolo Tamburini

Arezzo, 17 marzo 2017 - Va dritto per la sua strada il Consorzio di Bonifica e tra un mese invierà i nuovi bollettini a circa 200mila constribuenti che dovranno pagare la tassa dei fossi relativa al 2016. Quella calcolata in base al nuovo piano di classifica, che secondo il direttore dell’ente Francesco Lisi renderà il tributo più equo e basato sul reale beneficio. Ma intanto i cittadini continuano a ricorrere contro il balzello. E c’è un maxi ricorso da oltre duecento contribuenti relativo ai bollettini del 2010, che resta appeso all’esito dell’appello. La commissione tributaria di secondo grado infatti non si è ancora espressa su questo procedimento.

Ad aspettare notizie da Firenze insieme ai cittadini, è l’avvocato Giusy Casciano di Unione Consumatori: «Da un anno sono in attesa della sentenza di secondo grado di un maxi ricorso da 201 contribuenti - spiega l’avvocato che da anni è a fianco dei contribuenti che ricorrono contro la tassa dei fossi - i bollettini sono relativi all’annualità 2010 che aspetta la sentenza d’appello. Anche in seguito a questo vedremo come muoverci. Ci sono per adesso più sezioni favorevoli al Consorzio in commissione tributaria regionale infatti, mentre in primo grado vincono sistematicamente i cittadini. Non mi pare giusto che ci siano pareri discordanti per una stessa questione. Anche se personalmente ho vinto un ricorso anche in commissione di appello, uno dei pochi che ha ricevuto orientamento favorevole al contribuente in secondo grado».

Da parte sua l’ente di bonifica ha sempre detto di voler trascinare i cittadini per tutti i gradi di giudizio. Così ci sarà da spettare anni per avere una risposta definitiva con la decisione della Cassazione. Migliaia i ricorsi dei cittadini in ballo, tra quelli portati avanti da Unione Consumatori e quelli seguiti dagli avvocati di Acli e Confedilizia Sabina Rossi Palazzeschi e Pamela Mannino. Ma a chi spetta il tributo? «Per essere soggetti, bisogna essere proprietari di immobile e questo deve ricadere nel perimetro di contribuenza di competenza del Consorzio - spiega l’avvocato Giusy Casciano - oltre questo occorre che i lavori del Consorzio siano stati di pertinenza di quel terreno.

In realtà non è proprio così però. Quella di bonifica è diventata quasi una tassa sul patrimonio e viene richiesta, sganciata dal perimetro di pertinenza e dai lavori fatti, ma anche dall’annualità. Se per esempio in quell’anno non sono stati fatti lavori in quella determinata zona, sono stati chiesti lo stesso i soldi del tributo. Molta gente mi ha chiamata per sapere cosa fare visto che ha ricevuto l’avviso di pagamento per la prima volta, mentre fino ad oggi non aveva mai dovuto pagare la tassa di bonifica, segno che il numero dei contribuenti sta aumentando».

E intanto proseguono le segnalazioni dei cittadini.  Un grido d’allarme quello lanciato dai cittadini contribuenti. Un sos dai nostri fiumi, ma anche dai torrenti, dai canali e dai fossi di tutta la provincia. «Il Consorzio di Bonifica ci chiede di pagare la tassa dei fossi ma poi durante l’anno gli interventi di ripulitura di argini e canali di scolo non sono sufficienti». E’ quanto ci scrivono alcuni contribuenti in rivolta contro il contributo di bonifica. Quella cartella che per i semplici contribuenti urbani si aggira sui 20 euro, ma che lo stesso non va giù ai proprietari di immobili che si trovano nel vasto comprensorio del Consorzio 2 Alto Valdarno. E mentre gli avvocati ricorsisti dicono di ricevere in continuazione richieste da parte dei cittadini che vogliono fare ricorso contro l’ente, la motivazione per cui non si accetta di pagare il bollettino è sempre la stessa: chi abita in campagna dice che gli interventi mancano, e chi abita in città non capisce perchè deve pagare senza trarne beneficio. «Abito in Valdichiana e con due gocce d’acqua ci allaghiamo sempre - scrive un lettore - a cosa serve allora pagare la tassa dei fossi?». ma le segnalazioni di richieste di  interventi nello specifico ci arrivano anche da Foiano, Marciano della Chiana, Monte San Savino e Cortona. Tutti chiedono interventi su corsi d'acqua e fossi da ripulire. E poi ci sono le segnalazioni di interventi che arrivano direttamente dalla città. Così dopo gli appelli per la ripulitura degli argini del Castro, dopo le segnalazioni riguardanti la zona di Ca’ di Cio e del torrente Frassina, la Catona, la Chiusa dei Monaci, il Bagnoro e Santa Firmina, adesso i cittadini indicano altre zone che necessiterebbero dell’intervento degli operai del Consorzio. «Abito vicino al canale maestro della Chiana e non abbiamo mai visto nessuno al lavoro nella manutenzione e nella ripulitura degli argini» scrive un contribuente. «Abito e lavoro in via Calamandrei e vicino al canale ci sono problemi ogni volta che piove ma non si vede mai nessuno della bonifica al lavoro». E c’è chi si chiede perchè deve pagare due volte: «Abito in città al quinto piano di un palazzo, qui già paghiamo il Comune per lo scolo dell’acqua, perchè devo spendere anche per il Consorzio di Bonifica?».