Arci: cosa fa il Comune per i Cas? Ancora non si vedono sostegni

La presidente Federica Ettori: "Attività bloccate, i centri non possono autofinanziarsi"

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"I centri di aggregazione sociale hanno bisogno di risposte certe dalle istituzioni": così la presidente di Arci Arezzo Federica Ettori. L’appello fa seguito alla richiesta ai 23 presidenti di Cas della vicesindaco Lucia Tanti ricordando loro la necessità del rimborso per le spese sostenute in attività di sanificazione anticovid e aggiungendo che nel 2021 ci sarebbe stato un fondo di emergenza e che la Tari 2020 era stata decurtata del 50%.

"Ricordiamo - dice Ettori - che erano stati presi impegni e che i 23 Cas con oltre 10mila soci e qualche centinaio di volontari, stanno ancora aspettando".

La pandemia ha bloccato tutte le attività e, conseguentemente, tutte le possibili fonti di autofinanziamento per pagare bollette e manutenzioni. "Costi - secondo l’ArciI - che il Comune non può gravare solamente sui volontari. Vorremmo capire come il nostro comune intenda sostenere spazi sempre stati al servizio delle amministrazioni e dei cittadini, anche durante la pandemia quando in alcuni casi sono stati utilizzati come centri di smistamento di aiuti alimentari per le famiglie più in difficoltà o per la distribuzione delle mascherine".

"Sono dunque tante - prosegue Ettori - le questioni da capire. Cosa si è deciso sulla Tari per? Il previsto fondo straordinario di sostegno, cosa significa? E che peso avrà? Sappiamo bene che l’economia e la sanità sono i problemi numero uno in questo momento ma non dimentichiamoci completamente neanche della socializzazione e dei suoi spazi, che quest’anno hanno subito una drammatica battuta di arresto. Battuta di arresto, di cui ancora non si vede neanche la fine. Allora sforziamoci, insieme, perché questa straordinaria risorsa di tutti, non subisca dei danni, che col passare dei mesi, potrebbero diventare irreparabili".