CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Aprono bar coi soldi della droga. In cinque finiscono nei guai: le attività a donne prestanome

La guardia di finanza chiude tre locali e arresta un uomo al vertice dell’organizzazione. Anche una coppia della zona nel traffico di stupefacenti finalizzato a investimenti illeciti

Aprono bar coi soldi della droga. In cinque finiscono nei guai: le attività a donne prestanome

Aprono bar coi soldi della droga. In cinque finiscono nei guai: le attività a donne prestanome

Arezzo, 5 ottobre 2023 – C’è anche una coppia italiana, residente in Valtiberina, fra le cinque persone (tre uomini e due donne) raggiunte dalle misure cautelari emesse dalla Guardia di Finanza di Perugia con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e di trasferimento fraudolento di valori. In altre parole, i proventi dello spaccio di stupefacenti erano stati investiti su due bar – uno nel centro di Umbertide e l’altro a Città di Castello – e su un night club nelle vicinanze della frazione tifernate di Lerchi. I tre locali erano stati intestati in maniera a fittizia a dei prestanome per metterli al riparo da eventuali sequestri. L’inchiesta - coordinata dal sostituto procuratore di Perugia, Manuela Comodi - è stata condotta dalla Guardia di Finanza del capoluogo umbro, che ha anche provveduto al sequestro preventivo del capitale sociale delle tre società proprietarie dei rispettivi esercizi.

Figura centrale della situazione è un cittadino albanese, pluripregiudicato e residente a Umbertide, che sarebbe stato al vertice di una organizzazione capace di muovere ingenti quantitativi di droga dall’estero, destinati proprio alla piazza dell’Altotevere; peraltro, gli inquirenti avevano già puntato le attenzioni su questo sistema, dopo l’arresto in flagranza di due persone, un italiano e un albanese, sorpresi con due chili di cocaina oltre ad hashish e marijuana. L’albanese di Umbertide è agli arresti domiciliari e le altre quattro persone – due sono straniere, più c’è la coppia di italiani che vive sul versante toscano del comprensorio tiberino – sono state sottoposte a obbligo di firma, in quanto risultano essere le titolari delle tre società legate ai due bar e al night club. Il valore complessivo di queste ultime, sequestrate dalle Fiamme Gialle su ordinanza del gip, ammonta a circa 40mila euro. Le indagini si sono concentrate sull’analisi delle operazioni di investimento, sugli acquisti e sulle cessioni di quote societarie poste in essere dal principale indagato, giungendo alla ricostruzione delle titolarità assegnate alle società dei pubblici esercizi. L’albanese avrebbe dato vita in poco tempo alle attività sopra ricordate e il giudice per le indagini preliminari, ritenendo sussistente il pericolo di reiterazione dei reati, ha disposto sia i provvedimenti nei confronti dei soggetti coinvolti che il blocco dei capitali sociali. E comunque, si tratta dell’ennesima dimostrazione di come il traffico e lo spaccio di droga siano oramai una realtà oggettiva della vallata bagnata dal Tevere, nonostante gli importanti colpi messi a segno nel tempo dalle forze dell’ordine.