
di Francesco Tozzi
Sarà disposta l’autopsia sulla salma di Sukhwant Singh, l’uomo di 48 anni morto per annegamento domenica scorsa alla piscina Las Vegas di San Giovanni. La misura è stata richiesta dall’autorità giudiziaria per cercare di chiarire le cause del decesso del cittadino di origini indiane che abitava nella centralissima via Peruzzi. A seguito della morte, come atto dovuto, la Procura della Repubblica di Arezzo ha aperto un fascicolo.
Al momento non ci sono persone iscritte sul registro degli indagati, in attesa di un’informativa dei Carabinieri più dettagliata che verrà fornita al pubblico ministero di turno, Elisabetta Iannelli. I militari della Compagnia di San Giovanni Valdarno stanno continuando a svolgere in queste ore tutti gli accertamenti volti a far luce sulle dinamiche dell’accaduto. Come hanno spiegato gli uomini dell’Arma, apparentemente la morte è riconducibile ad annegamento, e non sono emersi elementi di anomalia dalle persone ascoltate dai militari nei giorni scorsi. Ma sarà soltanto l’esame autoptico che verrà condotto dal medico legale a diradare le nubi che aleggiano su quello che sembra un vero e proprio scherzo del destino. "Una storia assurda" come l’ha definita Mauro Bausani, il gestore della piscina-ristorante di Lungarno Sette Fratelli Cervi, tra i locali più frequentati del Valdarno. Tanti gli elementi sul piatto da analizzare, alcuni forse in conflitto tra loro, che dovranno essere composti come tessere di un mosaico per chiarire il perché di un fatale evento. Secondo alcune ricostruzioni, marito e moglie si sarebbero gettati in acqua e non è chiaro se si siano sentiti male perché si sono trovati in difficoltà nuotando o perché avevano mangiato poco prima di fare il bagno.
Molti giurano che entrambi non sapessero nuotare e, una volta entrati in acqua, avrebbero camminato all’interno della vasca fino ad arrivare in un punto in cui non è possibile toccare il fondo con i piedi. Non si sarebbe percepito neanche un grido di allarme nel momento in cui la coppia ha iniziato a avvertire il pericolo. I due poi, secondo altre testimonianze, non sarebbero stati in grado di parlare in italiano, e questo aspetto avrebbe reso ancora più complicate le comunicazioni per richiedere aiuto. I bagnini si sono attivati non appena hanno notato che si stava generando in piscina una situazione di estrema gravità. Durante le azioni di recupero, per prima è stata tratta in salvo la donna, perché l’uomo era già sprofondato, inghiottito dalle acque. Non appena il bagnino si è accorto che sotto la donna un’altra persona stava bevendo copiosamente, ha segnalato immediatamente il fatto ad un collega, che pochi istanti dopo si è tuffato per salvare l’uomo che aveva perso conoscenza. Sukhwant respirava ancora quando è stato portato a bordo piscina ed è giunto sul posto il personale della Misericordia. Se n’è andato alcune ore dopo al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, dove era stato trasportato con il Pegaso. Sarà stato un malore? Oppure la coppia ha subìto una congestione entrando in acqua? Sono andati a fondo perché entrambi non sapevano nuotare? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui si dovrà dare una risposta. Quel che è certo è che un uomo, per un tragico incidente, ha lasciato troppo presto moglie e figlia e un imprenditore che ogni giorno mette passione nel proprio lavoro, sarà per sempre segnato nell’anima da questa incredibile vicenda.