LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Animali curati in clinica I casi durante la pandemia

La struttura veterinaria San Silvestro rappresenta un’eccellenza nazionale in ortopedia e neorologia. L’esperienza del dottor Francesco Gallorini

di Lucia Bigozzi

Il nome lega un convento medievale, una clinica veterinaria e una storia di resilienza: San Silvestro. Il luogo alle porte di Castiglion Fiorentino è stato per secoli avamposto di una comunità di monaci e quando nel 1998 Francesco Gallorini, oggi 56 anni, decise di mettersi in proprio dopo la "gavetta" passata a visitare pecore malconce sulla montagna cortonese, intitolarla a San Silvestro è venuto naturale. Il nome del santo segna l’ultimo giorno dell’anno e per Monica Conticini il 31 dicembre 2020 ha segnato la fine dell’incubo Covid: oltre un mese alle prese col virus e un lento recupero che le ha fatto rinviare il tirocinio nella clinica di Francesco, tappa obbligata per la facoltà di tecnologie veterinarie che frequenta dopo aver "scalato" il diploma di ranger, la qualifica di guida certificata Afga, esperta di gestione di riserve naturali in Africa e grandi felini. Ora Monica lavora nel team di Francesco che rappresenta un’eccellenza nazionale in ortopedia e neurologia.

"Venti anni fa ero convinto che il futuro della professione fosse il perfezionamento delle competenze e oggi sono fiero di questa scelta perché è aumentata la richiesta di prestazioni specialistiche", spiega Gallorini che opera "solo su casi segnalati dai colleghi veterinari e questo ha consentito di focalizzarci sulla diagnostica, con risonanza e tac. Abbiamo avviato un lavoro di ricerca epidemiologica sulle displasie, patologia ricorrente nel cane, in collaborazione con l’università di Camerino e finanzieremo lo studio di un giovane dottorando". I pazienti arrivano da tutt’Italia e dal suo osservatorio Francesco ha verificato come nell’anno del Covid sia cambiato il rapporto tra uomo e animale: "Coi colleghi di altre regioni, abbiamo riscontrato una maggiore attenzione al benessere dell’animale da parte dei proprietari. La condizione di isolamento delle persone ha amplificato il bisogno di condividere il tempo con un cane o un gatto e farlo al meglio". Monica si divide tra sala operatoria e diagnostica, ha stampato sul viso un sorriso a trentasei denti: "Sto imparando l’approccio all’animale ferito e vivendo un’esperienza sul campo preziosa per il progetto che portiamo avanti con l’associazione Gea in Botswana, nella riserva naturale dove realizzeremo un centro di recupero per animali selvatici". Monica ha sconfitto il Covid riuscendo a "tenere allenata la mente nei giorni della malattia e del ricovero in ospedale, senza farmi sopraffare dalla paura". Nella missione in Africa ha coinvolto anche Francesco.