
A maggio era un piano che apriva per la prima volta una finestra sul dopo Covid. Ora cominciano ad essere indicazioni operative. La differenza? La stessa di una vacanza ai Caraibi. C’è un momento per progettarla e uno per fare le valigie. Ed è questo il passaggio nel quale si avventura il direttore generale Antonio D’Urso con la delibera firmata mercoledì. Sorta di sigillo ai piani di dettaglio, studiati meticolosamente dal direttore sanitario Simona Dei.
Quindi? Ecco la fase 2 con le valigie ai reparti. Intanto su tutto il fronte delle prestazioni ambulatoriali. Parte il progetto di concentrarle tutte nel primo settore, la prima scala del San Donato. Tutte quelle che restano. Perché i dettagli continuano a indicare prestazioni destinate ad essere collocate fuori o in un altro ospedale. Quali? In testa dermatologia e oculistica: non la loro parte chirurgica anche se quegli interventi saranno eseguiti anche alla Fratta, a Bibbiena e a Sansepolcro. Tra i servizi dati in uscita c’è il centro prelievi: facile, aspetta che il Baldaccio d semplice parcheggio diventi casa della salute. Ma proprio sui prelievi dettagli ancora più precisi: ci sono alcuni esami che necessitano di prossimità al laboratorio. Tra gli esempi quelli sulle crioglobuline, sull’emocromo caldo, sulla tossicologia delle urine. Quindi in ospedale, orario dalle 7 alle 13 e dal lunedì al sabato, due box disponibili.
Prelievi solo su appuntamento e con orari scansionati per evitare il solito incubo, gli assembramenti. Prelievi intanto rafforzati su territorio: in via Guadagnoli dal lunedì al venerdì con tre box e l’incremento di uno per le urgenze, aperto tre ore.
E prelievi a tappeto, in orari e giorni diversi, a San Leo, Rigutino, Ceciliano, oltre che a Subbiano, Civitella, Monte San Savino, Castiglion Fibocchi. Chiusi i punti prelievi di San Giuliano, Quarata, Palazzo del Pero, Castelluccio e Ponte alla Chiassa. Sempre fuori dall’ospedale si prospettano consultorio, medicina complementare e farmacia. Più naturalmente l’hospice (che per ora resta a Pescaiola) e le cure intermedie, alla San Giuseppe fino a quando non si troverà una struttura da almeno 30 letti. Chiusi i posti di cure intermedie nelle Rsa.
Sugli ambulatori in via Guadagnoli restano cardiologi, oculistica,odontoiatria, neurologia, fisiatria, ortopedia, geriatria e pneumologia. L’attività in libera professione è ripartita, la tendenza sarà quella di spostarla dal secondo piano della quinta scala all’ultimo della prima. Sempre considerando che il blocco ambulatoriale deve sciogliere due nodi: i reparti degenti da trasferire e i problemi anti-sismici da prendere di petto. Due gli ingressi principali al San Donato per utenti generici, quello centrale e l’altro alla terza scala. Poi quelli per percorsi specifici: l’oncologico al Calcit, la dialisi (che rimarrà nella quinta scala ma al piano zero), il centro trasfusionale, la senologia.
E di nuovo è confermata la linea di spostare verso l’esterno il Cup, in spazi da individuare. In corso di trasformazione il blocco operatorio: la sala 1 rimarrà Covid. Lui, il virus: il "gufo" con il quale continuare a fare i conti.
Alberto Pierini