
Amatucci re d’Europa: "La gioia più grande" Ora il talento di Subbiano può arrivare alla B
"Vincere l’Europeo è stata un’esperienza unica. Non avrei mai pensato potesse accadermi una cosa del genere. Condividerlo con compagni che sono prima di tutto amici è stato ancora più bello. Siamo cresciuti insieme fin dall’under 18 e questo successo ci unirà per tutta la vita".
Lorenzo Amatucci ripercorre le emozioni della conquista del titolo europeo con l’Italia under 19 dal ritiro della Fiorentina dove si trova attualmente. Il 19enne centrocampista subbianese non ha staccato nemmeno un minuto dopo il trionfo di Malta. Giusto il tempo di rientrare a Roma per essere ricevuto, insieme a tutta la delegazione azzurra, dal presidente delle Figc Gravina e da quello del Coni Malagò e poi via in treno a Firenze per cominciare una nuova avventura con i grandi.
Il talento aretino è legato ai viola con un contratto fino al 2025 con opzione per un ulteriore anno. Dopo la vetrina continentale vuol provare a convincere Italiano in un ruolo da regista che nella rosa attuale della Fiorentina possono ricoprire in pochi. L’alternativa è andare a fare esperienza: Aquilani, suo allenatore alla Primavera, lo vorrebbe al Pisa in B.
Amatucci, cosa significa indossare la maglia della Nazionale?
"È quanto di più bello possa esserci per un calciatore. Rappresenti il tuo paese. Hai una spinta in più e al tempo stesso anche una responsabilità maggiore".
È un sogno che si avvera?
"Certamente. Da bambino speravo un giorno di vincere un europeo o un mondiale con l’Italia. Ci sono riuscito e adesso non voglio fermarmi.
A Castelnuovo e Subbiano hanno tifato per lei.
"Li ringrazio tutti. Ricevere questo affetto dal proprio paese è stupendo. Mi hanno scritto in tanti: parenti, amici, persone che conoscono da quando sono nato. Lo stesso club viola "Giano Viola" mi ha sostenuto con grande passione".
Qual è il rapporto con i suoi luoghi d’origine e d’infanzia?
"Appena posso torno anche se gli impegni sono pressanti e al massimo riesco a stare non più di un paio di giorni".
Come è nata e chi le ha trasmesso la passione per il calcio?
"Il primo è stato mio babbo Daniele (una buona carriera tra i dilettanti ndr). Poi vedendo le partite in tv. La passione per la Fiorentina me l’ha trasmessa mio nonno che è un tifosissimo viola".
Qual è il giocatore al quale si è ispirato?
"Xavi del Barcellona. Lo guardavo alla televisione mi impressionava il suo modo di stare in campo". Qual è la sua caratteristica migliore e dove deve migliorare? "L’intelligenza calcistica è ciò che mi contraddistingue. Devo compiere il salto di qualità a livello di intensità. E questo lo si acquisisce stando in prima squadra" Qual è il suo prossimo obiettivo professionale? "Diventare un giocatore della prima squadra della Fiorentina restando nel gruppo anche dopo il ritiro ed esordire in serie A".
C’è una dedica per la vittoria dell’Europeo?
"Ai miei familiari che hanno fatto tanto sacrifici per me fin da quando ero bambino per portarmi agli allenamenti e alle partite. Si meritano una gioia del genere".
Andrea Lorentini