Alluvioni, a rischio mezza provincia Cardinali: "Opere fantasma e ritardi"

L’ex ingegnere capo della Provincia analizza il quadro: Laterina, Ponte Buriano e la strada 540 zone rosse

Alluvioni, a rischio mezza provincia  Cardinali: "Opere fantasma e ritardi"

Alluvioni, a rischio mezza provincia Cardinali: "Opere fantasma e ritardi"

di Lucia Bigozzi

Il disastro che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna potrebbe accadere ovunque e con la stessa intensità. La provincia aretina non è esclusa e del resto i precedenti ci sono, basta tornare al 2016. Qual è il livello di rischio nell’Aretino? E ancora: se capitasse qui, quali sarebbero gli effetti? Infine: a che punto sono le opere idrauliche per proteggere ambiente e comunità? Quesiti sottoposti all’analisi di Giovanni Cardinali, già ingegnere capo della Provincia e autorevole esperto in materia.

Scorrendo la mappa aretina che indica le zone a basso, medio e alto rischio realizzata dall’Autorità di bacino distrettuale dell’appennino settentrionale, Cardinali individua le aree esposte a finire sott’acqua e fa il punto su cosa è stato fatto e cosa manca. La sintesi è amara: "Complessivamente, il quadro non è dei migliori, con aree ad altissimo rischio alluvione e ritardi sulla realizzazione di opere idrauliche". Casentino

La vallata "presenta rischi di media ed elevata pericolosità a partire da Pratovecchio, ma la situazione più critica è da Ponte a Poppi verso Bibbiena", spiega Cardinali che ha fatto parte del Comitato tecnico-scientifico dell’Autorità di Bacino dell’Arno dal 1999 al 2004, quando fu approvato il primo piano per la riduzione del rischio idraulico e il piano di assetto idrogeologico con la classificazione del livello di pericolosità delle aree. "Il piano di Bacino 1999 prevedeva quattro casse di espansione: Pratovecchio, Campaldino, Poppi, Bibbiena. Nessuna di queste è stata realizzata. Da notare l’effetto di riduzione del rischio per Bibbiena con la costruzione della variante alla strada regionale 71 che si svolge su un rilevato con quota strada corrispondente alla sommità degli argini delle future casse di espansione. Altre casse di espansione furono previste al Corsalone, a Rassina, Castelluccio e Ponte a Buriano per un totale volume invasabile fino a Ponte a Buriano di circa 27 milioni di metri cubi. Nessuna è stata realizzata", osserva Cardinali.

Ponte Buriano e il Valdarno

Qui il rischio "è elevato sia per il centro abitato che per il ponte della Gioconda. Attualmente è in fase di in realizzazione un ponte provvisorio e in progettazione un nuovo ponte ma non riesco a capire perché non sono stati integrati con le opere idrauliche, come proposi alla Regione quando esercitavo le funzioni di ingegnere capo della Provincia per le varianti stradali di Montevarchi e Bibbiena, con le casse di espansione denominate "di Ponte a Buriano 1 e 2" che sono nel piano attuativo 2021-2027 dell’Autorità di Bacino ma nessun ente le sta progettando".

L’altra situazione critica che Cardinali rintraccia riguarda la "piana di Laterina. Il piano di bacino prevede il sovralzo della diga di Levane, l’adeguamento degli scarichi di fondo della diga di La Penna e lo sfangamento di entrambi gli invasi per mettere definitivamente in sicurezza l’abitato di Laterina. Sono da anni in fase di progettazione il sovralzo della diga di Levane e le arginature nella piana di Laterina. Per la diga de La Penna niente si muove". Infine c’è una zona particolarmente a rischio nel comune di Bucine: è la strada provinciale 540, "che nei fine settimana diventa la via principale dei valdarnesi per il mare". Cardinali rileva "un rischio elevato per un’arteria ad alto volume di traffico. Prima dell’abitato di Pietraviva la strada è soggetta ad allagamenti con periodi ritorno, cioè di ripetizione degli eventi estremamente brevi (5-10 anni). Una mia prima sollecitazione al Comune di Bucine risale al 1999 ma non ha avuto ancora nessuna risposta positiva.

Una soluzione di non breve periodo è costituita dalla costruzione della diga sull’Ambra nei pressi del Castello di Montalto, ancora oggi inserita nelle previsioni dell’Autorità di Bacino e che dispone solo di uno studio di fattibilità. In attesa di questo importante intervento gli utenti della strada devono stare attenti ai messaggi della Protezione Civile nel caso di situazioni meteo avverse". Della serie: quando scatta l’allarme rosso, meglio cambiare strada.