REDAZIONE AREZZO

Alfredo Bianchi, una vita al servizio dell’Arma

Il luogotenente dopo 39 anni di servizio va in congedo. Innumerevoli le indagini . portate a termine

Una vita in divisa, 39 anni e 2 mesi di onorato servizio nell’Arma, e ora è arrivato il momento del congedo per Alfredo Bianchi, luogotenente carica speciale, da più di un ventennio al timone dei Carabinieri di Levane. Originario della provincia di Frosinone, ha iniziato il lungo percorso nella Benemerita nel settembre del 1983, arruolandosi come allievo sottufficiale alla Scuola marescialli e brigadieri di Velletri, completata poi a Firenze. Dal 1986 l’avvio dell’attività operativa sul campo in Valdarno, in forza al Radiomobile della Compagnia di San Giovanni, e in seguito ha ricoperto vari incarichi a Lucignano, al Battaglione e alla Legione del capoluogo toscano. Quindi il rientro nella vallata, prima alla stazione della città di Masaccio e infine a quella levanese dov’è rimasto per quasi 22 anni. Una presenza preziosa per la comunità con la quale ha stretto un rapporto fiduciario, diventando punto di riferimento dei residenti non solo per il fiuto investigativo ma anche per l’attenzione e il sostegno empatico. Innumerevoli le indagini portate a termine con successo dai militari levanesi da lui coordinati insieme maresciallo Antonio Salanitri, attuale comandante a Cavriglia. Tra le più significative l’intervento e l’inchiesta legati al delitto della piccola Jannatun Nabia, uccisa nel 2020 dal padre Billal Miah; nell’autunno dello stesso anno l’atto finale dell’operazione "Ricavo", iniziata nel 2018 proprio dai controlli dei Carabinieri di Levane e che ha stroncato un traffico internazionale di cocaina proveniente dall’Albania, con decine di arresti e di indagati. E ancora nel palmares di Bianchi una lista corposa di denunce di truffatori online e la scoperta di case a luci rosse camuffate da centri massaggi. Adesso, dunque, potrà coltivare le altre sue passioni, a cominciare dal calcio e dal Milan.