LUCA AMODIO
Cronaca

Albero d’oro di Lucignano. Pezzi rubati cento anni fa. Reliquario, inizia il restauro

L’intervento finanziato dalla Regione sarà portato avanti dall’Opificio. Davanti a esso gli innamorati si scambiano le promesse di matrimonio.

Albero d’oro di Lucignano. Pezzi rubati cento anni fa. Reliquario, inizia il restauro

Albero d’oro di Lucignano. Pezzi rubati cento anni fa. Reliquario, inizia il restauro

Erano stati trafugati oltre 100 anni fa. Adesso alcuni dei cimeli dell’Albero d’Oro di Lucignano torneranno a casa: così il capolavoro di oreficeria, custodito nel borgo della Valdichiana, quello dove ancora oggi i lucignanesi si promettono amore eterno, è pronto per il restauro, grazie al finanziamento dalla Regione Toscana che ha incaricato l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze di portare avanti i lavori. Curioso l’aneddoto che porta al ritrovamento delle opere: un po’ di tempo fa, l’ex assessore alla cultura di Lucignano, Franco Rossi, bussa alla porta della sindaca Roberta Casini. Il motivo della visita fa sobbalzare dalla sedia il primo cittadino. Per caso, Rossi stava leggendo del furto di inizio secolo nel museo cittadino e nella sua testa connette il fatto ad un altro evento: nel 1957 un amico aveva trovato in una grotta di Sarteano, che poi verrà appunto battezzata "Grotta del Cristo", alcune medaglie con un crocifisso. Guarda caso in quelle zone, tra il 1927 e il 1929, alcuni frammenti rubati all’Albero d’oro vennero fatti a pezzi dai ladri per facilitare il trasporto: alcuni materiali vennero recuperati già in quegli anni; altri, invece, rimasero avvolti in un alone di mistero. Ma insomma, il racconto mette in moto la sindaca che decide di approfondire e parlare con l’amico di Rossi che le dirà che, ormai decenni prima, aveva consegnato il ritrovamento al parroco di Sarteano. Messo insieme il racconto ma soprattutto mostrate le foto della scoperta, Casini capisce cosa ha davanti. Subito si mette in contatto con un nipote del sacerdote che mostra al sindaco di Lucignano quei capolavori che proprio ieri sono stati restituiti alla comunità, recuperati grazie al lavoro dei carabinieri del nucleo per la tutela dei beni culturali di Firenze. "Ad essere rinvenute sono state - ha spiegato il comandante Mauti – quattro placche in rame dorato e argento, un tempo collocati sulla base, una miniatura su pergamena e un cristallo di rocca molato".

Manca soltanto il Cristo, ancora non rinvenuto. Con il ritorno alla base dei pezzi mancanti ci sarà però bisogno di un nuovo restauro, dopo quello portato avanti sempre dall’Opificio negli anni ‘30. L’intervento non sarà semplice. "Il momento culminante del restauro sarà - evidenzia Emanuela Daffra, soprintendente dell’istituto - la ricollocazione degli elementi recuperati: lo studio della documentazione fotografica sarà di fondamentale aiuto nell’individuare l’originaria posizione delle opere ritrovate". Ancora difficile stabilire quando le operazioni termineranno, forse nella prossima primavera, ma la buona notizia è che "l’albero rimarrà sempre visibile nel museo di Lucignano", spiega la sindaca Casini che sottolinea, "come questo è un giorno di festa per il paese, tutti i lucignanesi sono particolarmente legati a quest’’opera che è il simbolo della cittadina". Come ha detto il presidente Giani: "È una di quelle opere la cui esistenza si intreccia in modo intimo e profondo con la vita e i sentimenti della comunità".