Affreschi di Piero. Ripartono le visite dopo il restauro

La Cappella Bacci che custodisce il capolavoro è tornata visitabile da terra: al via le prenotazioni.

Affreschi di Piero. Ripartono le visite dopo il restauro

Affreschi di Piero. Ripartono le visite dopo il restauro

La Cappella Bacci della Basilica di San Francesco ad Arezzo, che conserva uno dei capolavori della pittura del Rinascimento, torna ad essere nuovamente visitabile. Si sono infatti conclusi i lavori di manutenzione e revisione conservativa che, tra la fine di gennaio e gli inizi di marzo, hanno interessato il ciclo di dipinti murali della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca, la Croce dipinta della fine del Duecento e la finestra vetrata della Cappella. Un intervento e un progetto della Direzione Regionale dei Musei della Toscana, che ha permesso a oltre 1800 visitatori di salire sul ponteggio per ammirare l’opera da una prospettiva inedita grazie al programma "All’altezza di Piero", regalando un’emozionate visione "ravvicinata" delle pitture. L’iniziativa, realizzata insieme alla Fondazione Arezzo Intour, che gestisce i servizi museali dei musei statali aretini, ha fatto registrare il "tutto esaurito" e ha acceso un nuovo e crescente interesse verso il capolavoro di Piero della Francesca. Ieri la riapertura delle visite ordinarie mentre sono già oltre 2000 i visitatori che si sono prenotati sui siti museiarezzo.it e museitoscana.cultura.gov.it e sull’app Musei Italiani del Ministero della Cultura. La Basilica riapre infatti in tempo per le festività di Pasqua e i ponti di primavera, prolungando di un’ora da lunedì 1° aprile l’orario di visita, sempre con l’ingresso gratuito la prima domenica del mese per l’iniziativa del Ministero della Cultura. L’intervento di manutenzione conservativa sul ciclo pittorico della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca ha previsto un monitoraggio diagnostico che si è svolto in parallelo con l’intervento conservativo, per individuare le problematiche sullo stato di conservazione dei dipinti murali eventualmente intercorse dall’ultimo monitoraggio, realizzato nel 2016. Le analisi di laboratorio, a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, hanno dimostrato che sulla superficie pittorica non vi è presenza di solfatazione, quella dannosa alterazione chimica della struttura dell’intonaco pittorico che è stata in passato causa di degrado.