SANSEPOLCRO
Cronaca

Addio Giacomo Babini, per sempre "don"

Vescovo "storico" della locale Diocesi, poi di quella grossetana. Aveva 92 anni e l’anno scorso era riuscito a sconfiggere il Covid

di Claudio Roselli

Nel cuore dei biturgensi era sempre rimasto "Don Giacomo", anche dopo che si era guadagnato l’appellativo di Sua Eccellenza. E nella morte avvenuta il giorno di Ognissanti, qualcuno ha persino visto un segno del destino, tanto era amato a Sansepolcro questo religioso che è stato un autentico "pastore" della comunità. Monsignor Giacomo Babini (nella foto) se n’è andato nella notte fra domenica e ieri all’età di quasi 93 anni (li avrebbe compiuti il 22 febbraio) e con un’ultima sfida vinta lo scorso anno, quando aveva sconfitto il Covid-19. Nato ad Alfero, frazione di Verghereto, era stato ordinato sacerdote il 26 giugno del 1953 dal vescovo "storico" dell’allora diocesi di Sansepolcro, monsignor Pompeo Ghezzi; dopo aver iniziato la sua missione religiosa come parroco di Pratieghi, località del Comune di Badia Tedalda, era stato cappellano dello stabilimento Buitoni per poi diventare nel 1996 parroco della cattedrale di Sansepolcro e ricoprire questo ruolo fino al 25 luglio 1987, quando gli era arrivata la meritata promozione a vescovo ausiliare della nuova diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, con affidamento della sede titolare di Tubune, in Mauritania.

Ricordiamo anche la solenne cerimonia della consacrazione nella gremitissima piazza Torre di Berta il 19 settembre, presieduta dal vescovo Giovanni D’Ascenzi. Il 7 dicembre 1991 era stato nominato vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, con successivo passaggio – il 13 luglio 1996 – alla diocesi di Grosseto, della quale è stato a capo fino al 2001, anno in cui era divenuto vescovo emerito. Tornato fra la gente al Borgo, si era messo a disposizione del parroco della cattedrale, svolgendo gli esercizi spirituali a Montauto e dando un grossa mano nella chiesa del Trebbio; nel frattempo, ha scritto anche alcuni libri. Gli ultimi anni li ha vissuti nel monastero delle suore clarisse e poi alla casa di riposo San Lorenzo. La fine in ospedale. Di lui fecero scalpore nel 2010 alcune dichiarazioni su un sito tradizionalista di informazione cattolica a proposito delle accuse di pedofilia rivolte alla Chiesa Cattolica, poi replicò con una smentita, affermando di essere stato strumentalizzato. Spesso contestato dalle associazioni degli omosessuali, specie quando ebbe da ridire su un concerto di Elton John: era programmato di fronte alla cattedrale di Trani, lo bocciò ritenendo "inadeguata e offensiva la scelta di far cantare un gay davanti a una chiesa". Ma anche allora negò di essere sceso in quella polemica. Ma di lui il Borgo ricorda il volto umano e la mitezza. E domani alle 16, in cattedrale, gli dirà addio.