SANSEPOLCRO
Cronaca

Addio al regista D’Alatri L’amore per Sansepolcro "Da sempre la mia casa"

Anche un David di Donatello nella carriera di Alessandro, morto a 68 anni. La madre biturgense, i tanti amici in Valtiberina e la cittadinanza onoraria.

Addio al regista D’Alatri L’amore per Sansepolcro "Da sempre la mia casa"

di Claudio Roselli

Il sorriso sincero che spuntava sotto gli immancabili baffi resta per tutti il ricordo più bello di Alessandro D’Alatri, il noto regista cinematografico romano legato a Sansepolcro che, a causa di un male incurabile, ieri è prematuramente scomparso a 68 anni da poco compiuti. Biturgense era infatti la madre di Alessandro, che fin da giovanissimo trascorreva le estati e anche altri periodi dell’anno a casa del nonno, degli zii e dei cugini. Periodi indimenticabili, come lui stesso aveva voluto rimarcare: le case coloniche e la vita contadina, i bagni al fiume e il profumo dei biscotti dello stabilimento Buitoni che spesso avvertiva già quando scendeva dal pullman. "Sansepolcro sarà sempre la mia casa", aveva detto D’Alatri in una delle tante visite effettuate anche di recente: era l’occasione per riabbracciare non soltanto i parenti, ma anche i tanti amici. Insomma, era cresciuto anche qui colui che avrebbe vissuto una carriera artistica costellata di grandi successi: dalla serie a puntate "I bastardi di Pizzofalcone" a "Il commissario Ricciardi" a "Un professore", con Alessandro Gassman.

Ha firmato molti film, da "Americano Rosso" a "La Febbre", ma anche videoclip musicali e tantissimi spot pubblicitari. Ne ricordiamo tre: quello del pulcino di una nota marca di pellicole fotografiche; quello del professore che trova un profilattico in classe e dice "Di chi è questo?", sentendosi rispondere dai singoli studenti: "E’ mio!" e quello della telefonata che allunga la vita, con protagonista Massimo Lopez alla cornetta davanti al plotone di esecuzione. D’Alatri aveva vinto nel 1991 il David di Donatello e il Ciak d’Oro come miglior resista esordiente per "Americano Rosso". Un percorso iniziato prima come attore, poi come regista pubblicitario. Con il secondo titolo presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, "Senza pelle" con Kim Rossi Stuart e Anna Galiena, aveva conquistato il pubblico internazionale e il David di Donatello per la miglior sceneggiatura.

Negli anni ha realizzato nove film per il cinema: l’ultimo è stato "The Startup", storia vera di un ventenne romano che ha inventato durante il liceo un social network basato sul merito per far trovare lavoro. La notorietà non gli aveva assolutamente scalfito il carattere familiare, la simpatia e l’affetto verso il Borgo, che quasi due anni fa – il 4 settembre 2021 – gli conferì la cittadinanza onoraria. E nella sala consiliare di Palazzo delle Laudi disse di fronte al consiglio comunale: "E’ il riconoscimento più bello che abbia mai ricevuto".