
Nedo Settimelli
Arezzo, 28 aprile 2021 - Il Covid si è portato via anche lui, Nedo Settimelli, uno dei pionieri della Tv aretina, personaggio televisivo a tutto tondo, molto amato dal pubblico, anche se negli ultimi anni la sua presenza sugli schermi si era molto diradata, anche per l’età, 77 anni. Per lui il piccolo schermo, l’avventura delle emittenti locali, era stata la sfida di una vita, quasi quella di un protagonista del circo che dentro il suo tendone fa tutto, dal domatore all’acrobata. Il virus se l’è ingoiato ieri dopo che si era infettato in ospedale per una serie di ricoveri dovuti ad altri motivi di salute.
Nedo, come lo conoscevano tutti e il cognome non serviva, neppure col suo pubblico, aveva cominciato nei primi anni ’70, con le radio private, anzi libere, come si diceva allora, a significare una parabola che rompeva il monopolio della Rai sull’etere con una libertà, anche di espressione mai conosciuta in passato.
Ma quasi subito si era avvicinato al gruppo dei fondatori di Teletruria, che dell’emittenza privata fu un’antesignana, fra le prime in Italia dopo che Telebiella aveva insegnato a tutti che non esisteva soltanto la Tv pubblica. Lì, insieme a Gianfranco Duranti, Settimelli diede per la prima volta prova della sua capacità di intrattenitore capace di creare un clima di empatia con i telespettatori.
C’è ancora qualcuno di quella genìa di pionieri che lo ricorda agli albori, dopo il terremoto in Friuli del 1976, condurre una trasmissione per gli sfollati di Montenars, gemellata con Arezzo, dagli esiti economici importanti. Troppo indipendente per condividere idee e progetti con gli altri, Nedo era poi passato, quando era nato, all’altro polo televisivo aretino, quello che parte con Teleonda, passa per Arezzo Tv, Tva e Reporter Tv per tornare infine Arezzo Tv, l’emittente alla quale Settimelli ha dato la parte migliore di se stesso.
Lì, dentro gli studi che inizialmente erano dietro l’attuale sede di Teletruria a Ceciliano e poi nella zona industriale di via Ramelli, è stato per più di vent’anni padre e padrone, regista e conduttore, persino anchorman del Tg quando le esigenze lo richiedevano. La sua specialità erano le trasmissioni di beneficenza, quelle nelle quali, grazie al rapporto che era capace di stabiire col pubblico, riusciva a raccogliere somme di rilievo da destinare poi alle iniziative più svariante, purchè andassero a vantaggio del prossimo.
Per qualche anno, anzi, fu il conduttore della maratona di Natale, a reti unificate. In una di esse riuscì a piazzare la maglia donata dal centravanti dell’Arezzo, Bazzani, per una cifra stratosferica. Il tutto per acquistare un’ambulanza. Si era ricavato persino un ruolo nel Piccolo Teatro.
Negli ultimi anni, dopo aver ceduto il controllo di Arezzo Tv al gruppo Barbagli, si era progressivamente defilato, cedendo lo scettro alla figlia Greta, che ne è ancora direttore. Una vicenda giudiziaria che fece rumore lo aveva molto amareggiato, anche se lui non aveva mai smesso di protestarsi innocente. I funerali giovedì alle 15 a Ciggiano, il suo paese, dove da oggi è allestita la camera ardente. Alla famiglia le condoglianze de La Nazione. Che la terra gli sia leggera.