
Il babbo di Lorenzo saluta i presenti al funerale
Arezzo, 3 novembre 2015 - Dopo la tragedia arrivano gli interventi per mettere in sicurezza la strada dove è morto Lorenzo. «Abbiamo già programmato da tempo l’intervento – dice il sindaco Francesco Maria Grasso – e la rotonda verrà realizzata proprio nel punto indicato da chi sottoscrisse quel documento. L’opera costerà 80 mila euro ed è pronto anche il progetto. Le risorse necessarie saranno inserite nel prossimo bilancio ed è ragionevole pensare che nel 2016 possano partire i lavori. Siamo convinti che servirà per indurre gli automobilisti ad osservare con puntualità i limiti e liberare dalle insidie il crocevia».
Una risposta anche alla richiesta che era arrivata mesi fa dallo stesso Simone Vanzi, il padre di Lorenzo, che aveva firmato quella petizione senza immaginare che lì sarebbe morto il figlio.
"Grazie a tutti per esserci stati vicini in questo indescrivibile momento". Simone Lanzi torna a casa dopo il funerale, pieno delle immagini e del dolore di una giornata che segna fatalmente tutta la sua vita. E si affida a Facebook per mantenere quel legame che è l'unica cosa che non cancellerebbe di queste ultime giornate.
Su Facebook aveva cominciato a crescere il filo tra la sua tragedia e quella di una città. Il suo profilo, che ancora ha il sapore della festa nei sorrisi e nei momenti migliori di quel figlio che non c'è più, è una bacheca alla quale a centinaia hanno appeso il loro ricordo.
Parole semplici, scarne: in queste situazioni metti a fuoco come non siano le parole a salvarti ma semmai le emozioni che ci stanno dietro. Condoglianze, abbracci, la disponibilità di chi vuole solo fargli sapere di esserci. "Puoi chiamarmi in qualunque momento, anche di notte" scrive qualcuno in quella bacheca del dolore.
Lui aveva già ricambiato, anche a nome della moglie che è ancora in ospedale, alla fine del funerale. Passa di gruppo in gruppo, passa di volto in volto: e trova perfino la forza di sorridere, come aveva fatto due mattine fa a scuola, dov'era andato per consolare, lui segnato nel profondo, i compagni di classe del figlio. Un po' perché è giusto così, un po' perché è forse il modo migliore per essere ancora vicino al suo ragazzo.
Facebook, che in genere in queste vicende è un mondo di plastica e che trasforma l'abbraccio vero in abbraccio virtuale, si colora di umanità: diventa il luogo dove poter arrivare a tutti in pochi secondi, anche solo con una piccola frase.
Un po' come hanno fatto i tifosi del Montevarchi. Uno striscione in curva, asciutto e affettuoso: "CiaoLorenzo#4", il nome del ragazzo e quel numero che tutti indossano in una Montevarchi dove per un giorno è un po' come fossero tutti Lorenzo.
"Oggi tu, Lorenzo, sei il patrono di tutta la nostra città. Mi rivolgo a tutti i genitori. Oggi date una carezza ai vostri figli e fate un gesto d’amore. Perchè la vita passa attraverso questi gesti". Le parole di don Mauro Frasi al funerale tornano a galla, il tentativo di dare al sacrificio del bambino una prospettiva diversa, come a voler trapiantare nelle famiglie non solo gli organi che hanno salvato quattro bambini ma anche quel legame diverso, che a volte assapori solo quando lo perdi.
"Ti trovo dentro
ogni ricordo
e come un pugno che fa male
male di brutto
inerme incasso
e mi convinco un'altra volta
che non è finito tutto"
In tanti escono dalla chiesa convinti di aver sentito almeno le note, in uscita, di questo pezzo dei Modà, "Dimmelo", forse un'impressione o forse no. Di fatto dà voce all'angoscia che è dentro tutti, dai più piccoli ai più grandi. Che non finisce fuori di quella chiesa, continua.
"Dimmelo, dimmelo
dimmi, dimmelo, dimmelo
dove posso andare adesso"
Nessuno lo sa se non la sensazione di volerlo fare insieme: seguendo quel ringraziamento su facebook di un papà coraggioso.