
Parolin alla Madonna del Conforto e Camaldoli insieme al presidente della Cei Zuppi. I legami di Rondine e dei santuari, il saio di Pizzaballa, il sorriso di Aveline: gli scenari.
Aveva scoperto Arezzo da ragazzo, grazie ad una gita scolastica: un racconto che nel 2021 affidò alla folla della Madonna del Conforto. Una folla limata dalla pandemia e dalla paura ma appesa alle parole di Pietro Parolin. Era già segretario di Stato, il numero 2 del Vaticano, non era ancora l’uomo forte per la successione a Papa Francesco. Tuttavia la forza, da uomo nato nell’entroterra vicentino, la traeva da un carattere paterno e insieme spigoloso come una pietra di fiume, da buon figlio del titolare di un negozio di ferramenta. Il suo legame con Arezzo è antico. Presidente della fondazione Regno unito e in quella veste con continui rapporti con Rondine (dove corse nel pomeriggio di quella Madonna del Conforto), poi nunzio in Venezuela, dalla quale avrebbe voluto mandare studenti alla Cittadella. Fino agli ultimi passi, la sua voce sempre forte a Camaldoli nei giorni del Codice e del Presidente della Repubblica: parola d’ordine? Il discernimento dei nostri tempi per non perdere la via della fede.
Quella che guida fin da giovanissimo Pierbattista Pizzaballa. Frate minore, l’anno di noviziato vissuto a La Verna tra il 1984 e il 1985, concluso dalla professione temporanea: era il 7 settembre del 1985, il giorno delle Stimmate, ricorrenza che resta attaccata addosso. Sul monte di Francesco sarebbe tornato in seguito, ma anche lui con una frequentazione costante con Rondine: dai tempi della Terra Santa, provinciale al posto di padre Ibrahim Faltas, punto di riferimento per la selezione dei ragazzi da Israele e Palestina. "Vedrete che i palestinesi non torneranno, se tornano vi offro un caffè": il caffè lo ha già pagato e con la gioia di aver perso, anche un mese fa ha ricevuto una missione di Rondine a Gerusalemme.
Missioni nelle quali è specializzato un altro super papabile come Matteo Maria Zuppi. Reduce da un viaggio per conto del Papa a Mosca si affacciò a Rondine nel giugno 2023 e dopo due mesi davanti a Mattarella avrebbe lanciato l’idea di una "Camaldoli europea". Un nuovo codice, i monaci dedicano all’idea già una settimana di studi nel corso dell’estate. Le antenne del cardinale romano, molto legato a Sant’Egidio ma sempre ben orientate anche sulla Cittadella della Pace. Raccogliendo il testimone come presidente della Cei da Gualtiero Bassetti ma in origine da Giuseppe Betori, anche lui pronto a immergersi nel Conclave. La lista dei cardinali con forti collegamenti con Arezzo è infinita. Ci figura perfino Angelo Becciu: in Conclave non entrerà, per ubbidienza alla scelta del Papa, ma per giorni ha tenuto banco nelle Congregazioni. E ad Arezzo aveva guidato il rito solenne della Madonna del Conforto nel 2019. "Per il terremoto non c’è bisogno di tornare al 1796 - disse - è quello che scuote la nostra società, la nostra chiesa". Qualche scossa l’ha subita anche lui ma allora non lo sapeva. Augusto Paolo Lojudice entra in Conclave dopo la Madonna del Conforto 2023, ma anche alla conclusione del Giubileo delle Stimmate, nel cuore della Verna. Non manca tra i volti dei papabili JosèTolentino De Mendonca: è il "ministro della cultura" del Vaticano, ruolo ereditato da Gianfranco Ravasi. Ogni anno guida una settimana biblica a Camaldoli: ne ha una anche a giugno, sempre che la fumata bianca non lo avvolga prima. Nella rosa dei favoriti c’è l’Arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Noël Aveline: amico di Bassetti, a fianco di Rondine negli incontri del Mediterraneo, l’ultima iniziativa forte di Gualtiero alla presidenza della Cei. Il cardinale Vinko Puljić, in conclave quasi in zona Cesarini compirà 80 anni a settembre, è stato Arcivescovo di Sarajevo, figura chiave per le selezioni dei giovani da un altro teatro di guerra seguito da Rondine. La Cittadella della pace insieme a La Verna è anche l’anello di congiunzione con Mauro Gambetti, da quando era custode del sacro convento di Assisi e poi nel comitato scientifico della Fondazione Fratelli Tutti in Vaticano. Poi vicario generale per la Città del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro e arciprete della basilica di San Pietro. Legami forti con Arezzo e Rondine li vanta anche Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, maltese e uomo dell’ecumenismo: anche lui protagonista alla Madonna del Conforto, il 15 febbraio 2022. "La parrocchia non finisce con le mura: ci sono tutti quelli fuori e vanno cercati" disse allora, in linea con Francesco. E i rapporti con i cardinali alla vigilia del Conclave si allargano a Francesco Montenegro, siciliano e arcivescovo di Agrigento, fu lui ad accogliete il Papa a Lampedusa nel suo primo viaggio, e a Claudio Gugerotti, amico di vecchia data di Rondine, determinante per i rapporti nel Caucaso. Fino a Timothy Dolan: accolse Bassetti come un Papa nella Cattedrale di Saint Patrick a New York e con lui gli studenti di Rondine attesi dall’Onu. Pacche sulle spalle e benedizioni, pastorale maneggiato in modo americano, e nelle ultime ore parole durissime contro il suo presidente Trump per i fotomontaggi da Papa. In fondo ad un filo rosso che da un Oceano all’altro sfiora i colli aretini.