
Il cavallo di Gustavo Aceves
Arezzo 12 dicembre 2019 - Sembrava che lì ci fosse sempre stato, sul sagrato della chiesa di San Francesco ad Arezzo. Il grande cavallo in bronzo dell’artista messicano Gustavo Aceves sembrava fare la guardia al suo tesoro più prezioso, gli affreschi di Piero della Francesca. E quando è stato tolto, a giugno, ha lasciato un vuoto. Quello era il suo posto e al suo posto tornerà. Aceves lo ha regalato alla città dopo che dal giugno 2018 al febbraio 2019 l’artista si era fatto amare e conoscere con i suoi grandi bronzi, i suoi cavalli, il messaggio della sua mostra ”Lapidarium”. L’annuncio ufficiale ieri dall’artista, dal sindaco Ghinelli, appena rientrato dal summit sul clima di Madrid, e dal direttore della Fondazione Guido d’Arezzo Roberto Barbetti che quella mostra l’ha voluta e allestita. Un dono importante ora patrimonio della città di Arezzo e che avrà un nome. “Di solito - spiega Aceves - le mie opere non hanno titolo, ma questa vorrei che si chiamasse Cavallo della Vera Croce, è forte il suo rapporto con gli affreschi di Piero, con il Sogno di Costantino, è una parafrasi contemporanea della Leggenda della Vera Croce. Arezzo è stata importante per me, per il riconoscimento del mio lavoro, per la risposta che ha dato alle mie opere, per la sensibilità dimostrata. Ho scelto è un simbolo per la città che ha ospitato una delle mie mostre più belle”.
“Il cavallo è proprio il simbolo della città e non c’è collocazione migliore di piazza San Francesco - ammette convinto il sindaco Ghinelli - un’opera di grande valore economico e artistico. E pensare che Arezzo non ha mai avuto un monumento equestre. Grazie a nome di tutta la città”. “La mostra di Arezzo ha lasciato segni importanti, come il Premio internazionale alla carriera ‘Lorenzo il Magnifico’ che a ottobre Firenze ha assegnato a Gustavo Aceves e la partenza di queste opere per la grande esposizione di New York”. Sarà proprio Barbetti, incaricato dall’artista, a curarne l’allestimento alla stazione Grand Central e alla Statua della Libertà. Non solo, Aceves ha già accettato di far di un atelier di scultura che si aprirà in città per proseguire il discorso sulle grandi creazioni avviato con Theimer, Riva e ora Paladino. Ma intanto, subito dopo il permesso del nuovo Soprintendente, il “Cavallo di Piero” tornerà nella “sua piazza”.