"Abbiamo aperto la nostra casa a sette persone" Una famiglia di profughi, il racconto di un amico

"Sono felice di vivere questa esperienza: metto in pratica quello che a casa e a scuola mi hanno sempre insegnato"

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Abbiamo intervistato un nostro amico, che insieme alla sua famiglia, ha ospitato la famiglia di Anja, composta da sette persone, scappate dalla guerra. Ci ha raccontato che la sua mamma, medico, ha come cliente una donna ucraina che aveva parenti coinvolti nella guerra. Così, un mese fa, i suoi genitori hanno pensato di contattarli per offrire loro ospitalità, in un appartamento libero che possiedono. Allora loro si sono messi in viaggio, in macchina, e quando sono arrivati, nonostante la stanchezza e la fatica, gli sono sembrati sollevati, per aver evitato il pericolo, essere in salvo e sentirsi liberi e tranquilli. Poi subito la sua mamma, insieme all’amministrazione comunale e alla Caritas, ha provveduto all’organizzazione quotidiana della famiglia, come l’iscrizione a scuola per i bambini, il rifornimento di cibo e indumenti, i documenti per il soggiorno nel nostro paese.

Passati i primi momenti di difficoltà, per la nuova collocazione, e per la nuova lingua, la famiglia si è ambientata e ci ha raccontato che vanno spesso a far loro visita. Si tratta di tre donne, tre bambini ed un uomo. Ci ha detto, infine, di essere molto felice di vivere questa esperienza e di aver messo in pratica ciò che gli hanno sempre insegnato in famiglia e a scuola: inclusione e accoglienza.