di Gaia Papi
Un lungo viaggio attraverso la vita di uno degli uomini più poliedrici del nostro paese. "Fanfani: storico dell’economia e costituente" è il titolo dell’incontro che si terrà stamani nell’aula magna del liceo Redi nell’ambito della Scuola di educazione civica promossa dall’associazione "Tra Tevere e Arno". A fare da Cicerone nella vita di Amintore Fanfani agli studenti dello scientifico sarà Franco Ciavattini, storico democristiano aretino, è stato dirigente provinciale del Ppi, sindaco di Badia Prataglia nonché segretario del Centro Studi Fanfani.
Una "passione" che viene da lontano.
"Ho iniziato la mia vita pubblica a Badia Prataglia quando Fanfani era in auge. Una figura dalla quale era difficile prescindere. Ho cominciato ad appassionarmi all’uomo, più che alla politica. Un uomo poliedrico, dirompente, capace di occuparsi delle cose di tutti i giorni e al contempo dei grandi progetti. Con una forte visione della realtà".
Da dove partirà con i ragazzi?
"Farò un cenno degli ambiti della vita politica e di Governo nei quali la sua presenza è stata più forte. Penso ai provvedimenti adottati nei confronti dell’ambiente. Fanfani è stato un ambientalista ante litteram, basti ricordare i provvedimenti in favore delle montagne, delle bonifiche. In tal senso accennerò al suo impegno per la costruzione della diga di Montedoglio, per cui fu aspramente criticato".
Impossibile non citare l’Ina casa… "Esatto. Il piano di intervento dello Stato italiano, vigente tra il 1949 e il 1963, ideato quando era ministro del lavoro per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano. Uno straordinario progetto che mise mano alla ricostruzione dell’Italia del dopoguerra. Nell’arco di 14 anni realizzò due obiettivi: ridare una casa agli italiani, 500 mila appartamenti, e abbassare il livello di disoccupazione". Fanfani storico, economista e politico che ha ricoperto quasi tutte le più importanti cariche dello Stato, anche quella di ministro degli esteri nel secondo e terzo governo Moro… "E anche in quella veste ha lasciato un’impronta originale, quella del Neoatlantismo. Il parlamento nel 1947 aveva aderito al Patto Atlantico, la fedeltà di Fanfani non gli impedì però di avere uno sguardo più lungo, un’attenzione verso il Medio Oriente".
Amintore Fanfani oltre a essere stato presidente del Consiglio dei ministri, del Senato e anche dell’Assemblea dell’Onu, nonché più volte ministro e segretario della Dc, viene ricordato come uno dei padri della Costituzione... "Sua la formula dell’articolo 1: "L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro".
E suo anche l’articolo 46: "...la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende", l’articolo più disatteso della Costituzione, ma che sarebbe stato rivoluzionario. Fanfani, insieme a Moro, Dossetti, La Pina, ha concorso affinché la Costituzione fosse una sintesi del pensiero della cultura italiana".
Figura di rilievo per il nostro paese, ma che rimase sempre legato alle sue origini. "E’ stato uno dei più celebri politici italiani del Secondo dopoguerra, ma era rimasto sempre affezionato a Sansepolcro, alla pari della natìa Pieve Santo Stefano. Dove nasce nel 1908, poi frequenta la terza elementare a Badia Prataglia. La quinta ad Anghiari dove si era trasferita la famiglia. Poi nel 1920 è la volta di Sansepolcro. Nel 1926 raggiunge la maturità al liceo scientifico Redi, dove sarà uno dei primissimi diplomati. Poi studia a Urbino, Treviso, e, dal 1926, Economia e commercio alla Cattolica di Milano. Si laurea nel 1930 e, dopo due anni, ottiene la libera docenza in Storia economica, disciplina che insegnerà fino al 1982. Protagonista di cinquant’anni di storia repubblicana, ha ricoperto ruoli di primissimo piano nelle istituzioni del nostro paese. E’ stato più volte presidente del Consiglio dei Ministri e poi presidente del Senato. Ha ricoperto un ruolo di assoluto prestigio internazionale: quello di presidente dell’assemblea dell’Onu. Persona caratterizzata da onestà intellettuale e integrità morale. Ricordiamo l’impegno in favore della diga di Montedoglio e del passaggio per di A1 e ferrovia".