Pensioni gennaio 2023, quando saranno pagate e quanto aumentano. Date e cifre: cosa cambia

Il versamento in posta avverrà con un giorno di ritardo (a partire dal 3 gennaio). Per le pensioni più alte gli aumenti potrebbero arrivare a febbraio

Fra pochi giorni, a gennaio 2023, saranno versate le pensioni che conterranno, per alcuni ma non per tutti, aumenti anche sensibili. Ma quanto aumenteranno le pensioni e quando saranno pagate o accreditate? Proviamo a fare un po' di ordine.

Una sede dell'Inps (Ansa)
Una sede dell'Inps (Ansa)

Quando saranno pagate le pensioni a gennaio

Diversamente da quanto avviene solitamente le pensioni di gennaio non saranno accreditate il primo giorno non festivo (solitamente il 2 gennaio a meno che non cada di domenica). Quest'anno pur essendo il 2 gennaio un lunedì i versamenti e pagamenti saranno effettuati a partire da martedì 3 gennaio. Ciò a causa di alcuni adeguamenti informatici dell'Inps.

  • Chi ha l'accredito in banca riceverà il versamento il 3 gennaio
  • Chi ritira la pensione in Posta lo potrà fare dal 3 al 9 gennaio in base alla scansione alfabetica del cognome stabilita dalle Poste: il 3 gennaio dalla A alla C e nei giorni a seguire i cognomi con iniziali da D a G poi con iniziali da H a M, successivamente i cognomi dalla N alla R e infine quelli con iniziali da S a Z (i pagamenti non avvengono nei giorni festivi).
  • Il 3 gennaio per chi è titolare di Libretto di Risparmio, Conto BancoPosta, Postepay Evolution, carta Postamat o Carta Libretto.

Gli aumenti

Già a gennaio gli assegni conterranno gli aumenti previste dalle rivalutazioni automatiche all'inflazione (introdotte dal governo Draghi). Ciò avverrà per chi nel 2022 ha ricevuto pensioni fino 2.101,52 euro lorde. Chi prende di più potrebbe dover attendere fino a febbraio. Il Governo Meloni ha infatti rimodulato (riducendole) le indicizzazioni per le pensioni superiori a questa cifra. Revisione che è contenuta nella Manovra economica in corso di approvazione.

La circolare Inps

"L'articolo 2 del decreto 10 novembre 2022 - spiega una nota del'Inps -, emanato dal ministro dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2022 è determinata in misura pari al 7,3% dal 1° gennaio 2023. Il Disegno di Legge di Bilancio 2023 prevede interventi volti a rimodulare le modalità di attribuzione della rivalutazione automatica per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo. Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, pertanto, la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nel 2022 (pari a 2.101,52 euro)".

Aumenti a febbraio: per chi?

"Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite (2.101,52 euro lordi nel 2022), la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l'approvazione della legge di bilancio 2023". Ciò potrebbe dunque avvenire già a gennaio ma anche a cominciare (arretrati di gennaio inclusi) da febbraio. Ciò dipenderà dai tempi di approvazione della Manovra.

Gli incrementi

Le pensioni saranno adeguate all'inflazione. Un dato che, in base ai dati Istat, è stato fissato al +7,3% per la rivalutazione delle pensioni nel 2023. La Legge di Bilancio 2023 (in corso di approvazione), stabilisce, inoltre, la modifica dello schema di applicazione della rivalutazione sui diverse importi: non ci saranno più tre scaglioni ma sei. Un meccanismo in base al quale più sono alte le pensioni mano cresceranno percentualmente.

L'aumento delle pensioni nel 2023
L'aumento delle pensioni nel 2023

Le minime per chi ha più di 75 anni

Chi percepisce una pensione minima di 525,38 la vedrà salire oltre i 600 euro. Oltre alla rivalutazione del 7,3%, ci sarà per chi ha più di 75 anni, un 6,4% in più. Una perequazione che porterà il trattamento a circa 697 euro.

Le minime per chi ha meno di 75 anni

Per i pensionati con trattamento minimo ma che hanno mendo di 75 anni la pensione non sarà portata a 600 euro. A loro, oltre alla rivalutazione all'inflazione del 7,3% ci sarà un ulteriore 1,5% di rivalutazione portando a circa 570 euro il trattamento.