No Green pass fornisce mille certificati falsi: denunciato e perquisito

Il 28enne tatuatore Gabriele Molgora, leader del movimento milanese, è indagato per istigazione a delinquere

Il manifesto della mobilitazione di sabato, a lato Gabriele Molgora

Il manifesto della mobilitazione di sabato, a lato Gabriele Molgora

Denunciato uno dei leader più in vista del movimento No pass milanese, il tatuatore Gabriele Molgora detto Zeno. Ieri mattina gli agenti della Digos hanno eseguito un decreto di perquisizione emesso dal capo del pool Antiterrorismo della Procura Alberto Nobili nei confronti del ventottenne, indagato per istigazione a delinquere aggravata dal mezzo telematico. Già denunciato per aver preso parte a manifestazioni non preavvisate contro il certificato verde, dallo scorso settembre è stato sottoposto dal questore Giuseppe Petronzi a Daspo Urbano e non ha più partecipato ai cortei del sabato. 

La sua figura, hanno ricostruito le indagini, ha dal principio assunto rilievo strategico nella campagna di protesta contro le misure di contenimento della pandemia quale amministratore della chat Telegram “No Green-pass! Adesso Basta! Movimento italiano” e del gruppo Facebook “No Green Pass Adesso Basta!! Parte 2”, a cui sono iscritti 32.000 utenti. "Attraverso un malizioso ed ingannevole uso dei social network - si legge in una nota di via Fatebenefratelli - il diciannovenne, dalla scorsa estate, si è posto come fondamentale punto di riferimento per i No Vax, ideando e lanciando per la prima volta il corteo da piazza Fontana il sabato pomeriggio. La martellante campagna mediatica è continuata attraverso messaggi motivazionali tesi a mantenere viva la protesta del sabato (come noto, mai preavvisata come normativamente previsto) nonché promuovere, organizzare e pubblicizzare nuovi momenti di aggregazione, quali i presidi del martedì e giovedì sera in piazza Fontana. In particolare, la sera dello scorso 20 novembre, anche per contrastare un sentimento negativo emerso dai social sull’incapacità dei manifestanti di far partire il corteo, ha enfaticamente promosso una mobilitazione nazionale per il prossimo sabato 27 in piazza Duomo, evidenziando surrettiziamente che vi avrebbe preso parte un milione di persone ed esortando i partecipanti a portare ed accendere torce da stadio. Con ciò creando una situazione di intossicazione informativa e disorientando gli stessi manifestanti talora forse non consapevoli di dare seguito ad indicazioni di un organizzatore malevole e virtuale".

Ieri, inoltre, ha diffuso alcuni post in cui ha iniziato a promuovere una manifestazione internazionale, sempre contro l’obbligo del passaporto sanitario, da tenersi a Ginevra il 31 dicembre. Da una prima analisi del telefono utilizzato da parte della polizia, è emerso come il giovane abbia inviato, via Telegram, file contenenti mille certificati verdi, intestati ad altrettanti soggetti, su cui sono in corso accertamenti per rintracciarne l’origine. Molgora ha ammesso di averli scaricati dalla Rete e distribuiti gratuitamente a più utenti possibile. Per tale motivo, è stato denunciato anche per il reato di ricettazione, unitamente ad altre due persone, individuate tra i destinatari dei file contenenti i green pass, e sottoposte a perquisizione e sequestro dei device. Nel corso della perquisizione del tatuatore, sono stati anche sequestrati un’accetta ed un coltello “survivor”, rinvenuti all’interno di uno zaino attrezzato con diversi kit di sopravvivenza e un tirapugni. Infine, sono stati cautelativamente ritirate dalla Questura due armi, regolarmente denunciate dal giovane, titolare di licenza di porto d’armi a uso sportivo.

Infine, la Questura ha comunicato che, a valle degli accertamenti investigativi sulla manifestazione non preavvisata di sabato scorso, verranno emesse ulteriori sanzioni ai 257 cittadini identificati in piazza Fontana e in piazza Duomo. "L'attività di identificazione, che non è una procedura fine a se stessa, è volta, infatti, ad attribuire la responsabilità di un comportamento tenuto in piazza per le relative e successive contestazioni amministrative e penali che possano essere ravvisate dalla polizia di Stato e dall’autorità giudiziaria", la conclusione.