Mine antiuomo italiane in Ucraina: Mosca attacca Roma. Crosetto: "Propaganda di falsità"

Con un post su Facebook la provocazione dell'Ambasciata russa in Italia, ma il ministro della Difesa ha replicato molto duramente

La foto allegata al post su Facebook dell'ambasciata russa in Italia

La foto allegata al post su Facebook dell'ambasciata russa in Italia

Roma, 9 gennaio 2023 - Duro attacco all'Italia in un post l'ambasciata russa a Roma che critica le forniture di armi dell'Italia all'Ucraina: "Mine di fabbricazione italiana TS/6.1, TS50 e TS/2,4 (MATS/2) sono state disinnescate dai genieri russi sul territorio ucraino ed esposte nell'estate del 2022 in una mostra di armi catturate, nel parco 'Patriot' di Mosca. E quanti di questi 'souvenirs d'Italie' rimangono ancora in terra ucraina? Le persone ne soffriranno per molto tempo a venire".

Mosca, dunque, attacca ancora Roma con una denuncia fatta già nei giorni scorsi. La foto che è stata pubblicata insieme al post mostra le cosiddette 'mine antiuomo' di fabbricazione italiana trovate in terra ucraina. Se il post è scritto in modo da provocare e deridere la scelta dell'Italia di sostenere l'Ucraina, è invece intransigente la risposta del ministro della Difesa, Guido Crosetto: "L'Italia non produce mine antiuomo e non le fornisce a nessun Paese al mondo, Ucraina compresa". 

Una replica durissima, con cui il ministro ha "diffidato la Russia e i suoi terminali diplomatici dal continuare a propagare notizie false su questo argomento". Mosca "mente sapendo di mentire", ha aggiunto, respingendo così "informazioni volutamente fuorvianti, non veritiere e gravemente denigratorie" e accusando le autorità russe di una "allusiva e tendenziosa propaganda contro il nostro Paese, che ha sempre rispettato le norme del diritto internazionale".

Che mine sono quelle nella foto

Il ministro della Difesa ha smontato la provocazione di Mosca ricordando che gli ordigni mostrati sui social "ricordano mine di fabbricazione italiana Valsella/Tecnovar, che non possono essere italiane per una moltitudine di ragioni". Primo, perché "la produzione di mine antiuomo in Italia si è interrotta più di 28 anni fa con una moratoria del governo italiano e la successiva legge che le mise definitivamente al bando, a partire dall'adesione del nostro Paese, tra i primi firmatari del trattato di Ottawa contro le mine antiuomo". Inoltre, "mine antiuomo di produzione italiana sono state esportate solo fino agli inizi degli anni '90", ha aggiunto Crosetto, che su questo argomento si era già scontrato nei giorni scorsi con la portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova.