La squillo e il trans, due delitti in 24 ore. L’ombra del serial killer: un fermato

Vittime trovate a pochi metri una dall’altra e uccise con una pistola dello stesso calibro. In caserma un artigiano

Sarzana, il luogo del ritrovamento del cadavere (Foto Pasquali)

Sarzana, il luogo del ritrovamento del cadavere (Foto Pasquali)

Sarzana (La Spezia), 8 giugno 2022 - Un secondo feroce delitto a Sarzana nel giro di 24 ore, se non meno, dopo quello di Nevila Pjetri, 35 anni, dedita alla prostituzione, il cui corpo era stato trovato dai carabinieri alle 2 di domenica mattina lungo il torrente Parmignola e per il cui omicidio c’è da ieri un fermato. La seconda vittima è Carlo Bertolotti, parrucchiera spezzina di 43 anni, transessuale che dagli amici si faceva chiamare Camilla. Il suo cadavere è stato trovato ieri mattina alle 7.30 dalla polizia in un’area umida di fossi e sterpaglie alle porte della città, i ’Bozi’, lungo il viale XXV Aprile, zona di trans. Era morto già da almeno un giorno, occultato in un punto distante 4-5 chilometri dal luogo dove era stata trovata Nevila. È stato ucciso forse con uno o più colpi di pistola di piccolo calibro: l’autopsia che sarà eseguita oggi fornirà i dettagli.

Al momento i due casi costituiscono due differenti inchieste ma i punti di contatto sono molti ed evidenti. Procura e investigatori, però, prendono tempo e così Daniele Bedini, il falegname di 32 anni prelevato dai carabinieri dall’abitazione di famiglia a Carrara ieri mattina poco dopo le 8 e trattenuto per l’intera giornata nella caserma di Sarzana, è stato alla fine sottoposto a fermo come indiziato di delitto per il solo omicidio di Nevila. L’avvocato di fiducia, Rinaldo Reboa, afferma che il giovane è estraneo ai fatti e che i carabinieri sono arrivati a lui perché pregiudicato e "per la denuncia del furto della pistola regolarmente detenuta dal padre, formalizzata qualche giorno prima degli omicidi, che al momento è solo compatibile coi proiettili accanto ai cadaveri".

Sabato sera Pjetri, albanese da molti anni in Italia che abitava in una villetta a Massa insieme al marito, era stata vista salire nell’auto bianca di un cliente (e Bedini ha un furgonato bianco) dalle amiche insieme alle quali si prostituiva lungo la litoranea di Marinella di Sarzana. Poche ore dopo, grazie alla segnalazione di alcuni extracomunitari involontari testimoni, i carabinieri hanno trovato il suo corpo seminudo lungo l’argine carrozzabile del torrente Parmignola, a un paio di chilometri da dove è stata vista viva l’ultima volta: picchiata e uccisa con due colpi di pistola calibro 22 alla testa, ha confermato l’autopsia. Due bossoli calibro 22 sono stati trovati anche sulla scena del secondo delitto, scoperto ieri mattina.

Nel pomeriggio di lunedì alcuni amici di Carlo Camilla Bertolotti – che da un anno si era trasferito ad Albiano Magra (Massa Carrara) dopo che la sua casa di Ceparana (Comune di Bolano, nello spezzino) era stata distrutta da un incendio – avevano segnalato ai carabinieri la sua scomparsa: non la vedevano da un giorno, erano preoccupati. I carabinieri hanno avviato le ricerche e in serata, nella zona battuta dai trans, hanno trovato una Ford Fiesta beige: la targa era stata rimossa, all’interno tracce di sangue e nelle vicinanze due bossoli di piccolo calibro. Una chiara scena del crimine, per la quale sono state molbilitate anche le altre forze dell’ordine. E ieri mattina alle 7.30 sono stati gli agenti del commissariato di Sarzana a trovare il corpo di Camilla a poco meno di un chilometro di distanza dall’auto, seminascosto con foglie e rifiuti e anch’esso, come per Nevila, seminudo.

Una fine orribile. Per tutta la giornata di ieri la polizia scientifica, coadiuvata dai vigili del fuoco, ha eseguito sopralluoghi e analisi nel luogo dove è stato trovato il corpo martoriato di Camilla. La procura della Spezia, che coordina le indagini di carabinieri e polizia, ha scelto al momento di tenere separati i fascicoli relativi ai due omicidi: la pistola calibro 22 non è stata ritrovata, servono ulteriori riscontri prima di formalizzare l’ipotesi che a colpire sia stata una mano unica. Ma la probabilità che così sia è altissima e quanto accaduto fa pensare all’opera di un aspirante serial killer di persone che si prostituiscono. Ma al momento, appunto, l’unico indagato in stato di fermo, l’artigiano carrarese che si dichiara innocente, viene accusato solo del primo omicidio.

di Anna Pucci e Carlo Galazzo