SIMONA BALLATORE
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Studenti bocciati: "Noi, intrappolati nella scuola sbagliata"

Ragazzi e ragazze che chiedono di cambiare indirizzo, ma non c’è posto. I presidi: richieste raddoppiate dopo la “sanatoria“, è cortocircuito

"No alla Dad: i ragazzi hanno bisogno di relazioni"

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Milano - Marco ha cominciato il linguistico a settembre in una scuola del Sud Milano. Dopo un anno a singhiozzo, a distanza, è arrivato il verdetto: bocciato. "Si prende le sue responsabilità, anche se non è stato certo aiutato – scuote la testa la mamma –, si sta facendo seguire anche da uno psicologo. Ha deciso di ricominciare da capo, di cambiare indirizzo: tecnico informatico. Ma per lui non c’è posto da nessuna parte. Una porta chiusa in faccia dopo l’altra". L’unico spiraglio è dall’altro capo della città, a un’ora e un quarto di distanza. "In vista della terza ondata chi si fida con i mezzi? Rifarà la stessa scuola, l’unica dove sono obbligati a tenergli il posto: è intrappolato lì". Amin frequentava l’indirizzo chimico, deve ripetere la seconda. Già l’anno scorso chiedeva di poter cambiare, ha capito che non fa per lui, vorrebbe iscriversi a ragioneria. È passato in seconda con il “tutti promossi“ (o quasi) dello scorso anno. "Ma adesso è bloccato lì, non troviamo un’alternativa – dice il papà –. Nell’anno della pandemia sono penalizzati due volte, gli stanno rubando il futuro e cambiare scuola, più si va avanti negli anni, è complicato". Si sommano pure gli esami integrativi per il passaggio.

Richieste su richieste si accumulano sui tavoli dei presidi, soprattutto degli indirizzi che avevano già registrato il sold-out per le iscrizioni a febbraio, con un boom di esuberi: liceo scientifico, tecnico informatico, artistico. "Ricevo cinque mail al giorno da febbraio – spiega Emilia Ametrano, dirigente scolastica del liceo Brera –. Non si può più andare avanti così, ho scritto anche una lettera al provveditorato perché è una situazione che si protrae da troppi anni e quest’anno la situazione è peggiorata. Noi ce la mettiamo tutta, ma ho già classi da 30 alunni. Ci sono studenti che abbiamo riorientato su altri indirizzi ma non trovano posto altrove e ragazzi che vengono da altre scuole e che chiedono di essere inseriti. Tutto bloccato. Spieghi la situazione e ti rispondono con le lettere dell’avvocato. C’è un’unica soluzione: aprire un altro liceo artistico, magari in periferia, in una zona facilmente accessibile. O vanno ingranditi quelli già esistenti. Noi siamo già a 1.740 alunni, più di così è impossibile per sicurezza e per garantire i laboratori". Altro indirizzo sold-out alla partenza: scienze umane. "Dove possibile abbiamo accolto le richieste – spiega il preside del Virgilio, Roberto Garroni –, abbiamo ancora posti al classico o al linguistico. Ma in scienze umane no, eravamo già in sofferenza prima. Quest’anno è peggio degli anni scorsi, chi è stato bocciato al classico o allo scientifico punta su scienze umane, come se fosse più semplice, e non è così. Abbiamo problemi soprattutto in prima e in seconda".

C’è anche chi vuol passare dalla paritaria alla statale tra le richieste in arrivo, "che sono triplicate quest’anno", fa i conti la preside del liceo Bottoni, Giovanna Mezzatesta: altro effetto Covid. "La situazione economica non brillante ha fatto emergere anche questa dinamica – spiega –. Siamo riusciti ad accontentare qualcuno in seconda e in quarta, ma in prima, col boom di quest’anno degli scientifici, non è stato possibile". Si dice dispiaciutissima Maria Rizzuto del tecnico Cattaneo: "Io tengo molto all’orientamento – sottolinea –. Il problema è a monte, andrebbe fatto seriamente sin dalla seconda media per evitare questi problemi. Abbiamo richieste continue, se le avessi accettate avrei dovuto raddoppiare le classi. Si potrebbe aprire qualche piccola possibilità: c’è chi ha chiesto di cambiare tra i nostri, sono in lista di attesa. Ma poi devo contare anche chi ha avuto il giudizio sospeso: se a settembre non sarà ammesso devo assicurare il posto. Non abbiamo margini di manovra".