Covid, Milano è viola di contagi (non ancora di ricoverati)

Incidenza da zona rossa, gli ospedali tengono grazie allo scudo dei vaccini

La vaccinazione di una bimba all’hub pediatrico del Portello

La vaccinazione di una bimba all’hub pediatrico del Portello

Milano - A guardarla sulla cartina dell’ultimo monitoraggio del 2021, la mappa dell’Ats Metropolitana raffigura il Milanese e il Lodigiano come un unico bubbone violaceo, con due piccole macchie gialle a Sud-Ovest della metropoli e nel Lodigiano, là dove a febbraio 2020 fu istituita la prima zona rossa.

Il viola indica un’incidenza superiore ai 250 nuovi contagi settimanali ogni centomila abitanti che fino al cambio di regole della scorsa estate sarebbe stato da zona rossa senza appello. E invece oggi la Lombardia passa solo in zona gialla, grazie a un argine di 8.545.660 adesioni alla campagna vaccinale su una popolazione di dieci milioni, non vaccinabili inclusi, che sta proteggendo il sistema sanitario: ieri i ricoverati per Covid in area medica sono aumentati di 107 superando quota duemila (2.052) e toccando il 19,6% dei letti a disposizione, quelli in terapia intensiva invece sono diminuiti a 216, pari al 14,1%. Meno sei, risultato di 15 nuovi ingressi in rianimazione, altrettante dimissioni e sei decessi in terapia intensiva su 45 totali causa coronavirus.

Il rallentamento dei tamponi a Capodanno (44.172) vale sul bollettino di ieri un calo dei contagi (10.425 in Lombardia, 3.945 nel Milanese e 1.658 in città) che non deve ingannare: il tasso di positività è al 23,6% dei test e l’incidenza degli ultimi sette giorni si attesta al valore-monstre di 1.943 contagiati ogni centomila lombardi. Tornando al monitoraggio dell’Ats, nella settimana di Natale tutti i Cap che identificano i quartieri di Milano sono in viola scuro (tranne uno, lo erano anche la settimana precedente) e lo stesso i comuni dell’hinterland, con l’unica eccezione di Vermezzo con Zelo. In città, un terzo dei quartieri supera i mille casi per centomila abitanti e l’Rt per data del tampone, al 24 dicembre, si attestava a 2,39 come media su sette giorni, a 2,22 nell’intera Ats. Dove invece l’Rt per data del ricovero è a 1,35, a conferma dell’andamento divaricato delle due curve: quella dei contagi s’impenna verticale come all’inizio della seconda ondata a ottobre 2020, quella dei ricoveri si alza appena dalla linea piatta mantenuta da maggio-giugno 2021, quando hanno preso piede le vaccinazioni massive. C

he dopo tanti mesi devono essere “rinfrescate“ col booster per ripristinare le difese dall’infezione: a ieri, il 62% dei 5.882.587 di lombardi che hanno completato il primo ciclo da 150 giorni aveva fatto la terza dose, ma in linea o sopra questa percentuale sono solo gli over 50, mentre tra i 20-40 enni la copertura dei papabili oscilla tra il 47 e il 48%. Tra i 12-19 enni è al 21%, ma ai 16-17 enni e solo ai fragili tra i 12-15 enni il booster viene iniettato solo da lunedì scorso. Invece dei bimbi tra 5 e 11 anni, vaccinabili da metà dicembre, solo per uno su quattro è stata prenotata la prima dose.