Tari, arriva la «cartella pazza»: bambino deve pagare 338 euro

Tassa intestata al piccolo di 8 anni. La mamma: «E’ assurdo». Le istituzioni locali si scusano

IN FILA Code in Posta per il pagamento della Tari

IN FILA Code in Posta per il pagamento della Tari

Perugia, 18 giugno 2016 - Trecentotrentotto euro. E’ il conto, anche piuttosto salato, che il Comune di Città della Pieve ha presentato ad un contribuente per il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti, relativa al 2016. Fin qui tutto normale se non fosse che il destinatario della cartella è un bambino di otto anni. «Sono sconvolta e non mi sembra vero», commenta Simona Testa, la mamma del piccolo, a cui è intestato sia l’avviso di pagamento che il modello precompilato per saldare l’imposta, allegato alla lettera. Il tutto, tra l’altro, già diviso in quattro ‘comode’ rate da un’ottantina di euro ciascuna.

«E’ una cosa assurda – insiste la donna – non solo perché la cartella è intestata a mio figlio che ha compiuto otto anni da pochi giorni, ma anche perché si riferisce ad un’utenza che non è di nostra proprietà». Nella bolletta spedita dall’ufficio tributi, infatti, sono riportati i dati anagrafici del minore (compreso l’anno di nascita, il 2008) e l’indirizzo dell’abitazione di Po’ Bandino, frazione del comune pievese, in cui il ragazzino ha vissuto con la madre fino a tre anni fa. «Avevamo un contratto di affitto – sottolinea Simona – e tutte le bollette erano intestate al proprietario dell’immobile. Poi nel 2013 ci siamo trasferiti in un’altra casa, sempre nella stessa località, dove viviamo ancora oggi e dove paghiamo regolarmente le tasse, comprese quelle sui rifiuti».

Un'anomalia ‘curiosa’ che non si era mai verificata prima. «L’anno scorso – evidenzia – la Tari è arrivata a mio nome, perché l’utenza della casa in cui abitiamo adesso è intestata a me, ed è stata pagata regolarmente». Quest’anno invece qualcosa è andato storto e ha fatto evidentemente inceppare il meccanismo di notifica delle cartelle per le utenze domestiche.

«Deve trattarsi per forza di un errore ma grossolano, considerato che sulla bolletta è scritta chiaramente l’età di mio figlio. Possibile che nessuno ha verificato prima di inviarla?», si domanda Simona, che adesso vuole vederci chiaro e si è già messa in moto per ottenere l’annullamento della cartella. Restano la rabbia e l’amarezza. «Queste cose non dovrebbero succedere perché aggiungono disagi a quelli che hanno già molte famiglie. Consideri – si sfoga – che vivo da sola con mio figlio, sono disoccupata e ho un affitto sulle spalle di 300 euro al mese. Dovremmo essere aiutati, non messi in difficoltà».

LE SCUSE DEL COMUNE - In una nota, arrivata nella mattinata di sabato, il Comune si è scusato con la famiglia per quanto avvenuto. E' una cartella, spiega l'amministrazione, della quale la famiglia non deve tener conto. Si tratta di un caso di omonimia che ha mandato in tilt il programma informatico. 

Chiara Santilli