Arianna Ciccone: «Siamo cresciuti Snodwen ci ha dato la consacrazione»

L’ideatrice della kermesse traccia il bilancio e parla del futuro

Laura Boldrini al festival del giornalismo

Laura Boldrini al festival del giornalismo

Perugia, 19 aprile 2015 - QUANDO inventò il Festival del Giornalismo, insieme a Chris Potter, nove anni fa, non avrebbe mai immaginato di raggiungere questi livelli. Di creare insomma il più importante e autorevole evento del genere in Europa, probabilmente nel mondo. «E’ vero, non l’avrei mai detto. Adesso stiamo già pensando a come celebrare la prossima edizione del decennale». Arianna Ciccone è un fiume in piena, di entusiasmo, passione, grinta. E nella giornata finale del suo festival traccia il profilo di una manifestazione e di una professione in continuo divenire.

Sensazioni sul Festival. Come sta andando?

«E’ cambiato, come il suo pubblico. E’ cresciuto il taglio internazionale, c’è maggiore attenzione per speaker e tematiche di profilo più alto. Stranamente, rispetto agli altri anni, si sono riempite molto di più le sale con panel stranieri».

Chi viene al Festival?

«Un pubblico che apprezza moltissimo le contaminazioni, non vuole più la liturgia classica del parlarsi addosso. Il festival attira sempre più i giovani e noi abbiamo puntato molto sullo scouting, sui personaggi inaspettati, sorprendenti. C’è voglia di novità».

L’offerta era grandissima..

«Eravamo un po’ terrorizzati perché, senza pianificarlo, c’erano molti più eventi rispetto all’anno scorso. C’era il rischio della frammentazione e invece hanno retto tutti, c’era gente ovunque. E poi a Perugia si creano occasioni di incontro, di conoscenza, di lavoro».

Per voi come è cambiato?

«E’ diventato più facile, con nove anni alle spalle c’è una macchina organizzativa mostruosa. Siamo arrivati al debutto con grande rilassatezza, stavolta ci siamo goduti subito il nostro lavoro».

Il ‘colpo grosso’ di Snowden (nella foto) segna la consacrazione?

«Sì, assolutamente, anche a livello internazionale, per gli sponsor. E’ stata un’attestazione di grande credibilità e considerazione per la nostra reputazione, altrimenti non avrebbe mai accettato. Snowden ha parlato per la prima volta in Italia e lo ha fatto qui, a Perugia».

Cosa c’è da cambiare, da migliorare nel Festival?

«C’è sempre qualcosa da migliorare e noi siamo molto attenti ai suggerimenti del pubblico e degli speaker. Certo, c’è da perfezionare l’organizzazione delle location però mi piace sottolineare il successo delle dirette streaming, hanno funzionato alla perfezione con un pubblico che ci ha seguito dall’estero, ci ha ringraziato».

In quale direzione sta andando il giornalismo?

«E’ sempre più conversazione, totale apertura tra il giornalista che deve mettersi in discussione e la comunità che adesso produce. Ormai siamo nella cultura digitale, non si torna indietro. E poi basta parlare di futuro, noi ci siamo dentro, il presente è qui, oggi».