Morì dopo il vaccino, chieste nuove indagini

Udienza dal gip per il decesso in provincia di Siena di Valentina Bencini, 49 anni. Gli avvocati: "Altri documenti da acquisire e persone da sentire"

Valentina Bencini

Valentina Bencini

Siena, 9 marzo 2022 - Morta dopo il vaccino, chieste nuove indagini. La famiglia di Valentina Bencini, 49 anni, originaria di Montevarchi ma da tempo residente nella nostra provincia, si era opposta infatti alla richiesta di archiviazione del pm Valentina Magnini. Ieri nell’udienza davanti al gip Ilaria Cornetti gli avvocati Fabio Cappelletti e Francesca Bonagura hanno chiesto appunto un supplemento d’indagine "ritenendo che il fascicolo non fosse completo dal punto di vista documentale ma anche delle sommarie informazioni. Ci sarebbero inoltre delle cose che mancano sotto il profilo medico legale".

Gli avvocati Bonagura e Cappelletti
Gli avvocati Bonagura e Cappelletti

Il pm Magnini ha ribadito che bisogna archiviare, come da lei chiesto, in quanto non sarebbe stato ravvisato con assoluta certezza un nesso fra la morte della 49enne e la somministrazione della prima dose di vaccino Moderna avvenuta presso il distretto di Montevarchi nel pomeriggio del 15 luglio scorso. Il gip Cornetti si è riservata la decisione. Un caso particolarmente delicato e al contempo di grande attualità visto che stanno fiorendo in varie parti d’Italia fascicoli che riguardano persino morti avvenute a distanza di qualche giorno dal booster.

Valentina Bencini era stata trovata senza vita la mattina successiva all’effettuazione del vaccino nell’hub della sua città di origine. Per lei, come detto, era la prima dose. Poiché non rispondeva al telefono, era stato l’ex fidanzato ad aprire l’abitazione di sua proprietà a San Gusmè, trovandola senza vita. Sulla vicenda avevano indagato i carabinieri, quindi il pm Magnini ha aperto un fascicolo.

Eseguita l’autopsia, è stata svolta una consulenza dal professor Marco Di Paolo di Pisa, depositata nel novembre scorso in procura, da cui non si evinceva con certezza il nesso di causa-effetto. Ma la famiglia – ieri all’udienza era presente anche il fratello della 49enne con il medico legale Mario Valgimigli, consulente di parte – sostiene che, in realtà, nella relazione ci sarebbero già elementi per sostenere la correlazione. Ieri è stato ribadito che il fascicolo non risulterebbe completo. Di qui la richiesta di acquisire altri documenti e informazioni da vari medici e infermieri non sentiti dal pm. "In caso di nuova archiviazione? Occorre prima vederci chiaro sotto il profilo penale, valuteremo nel caso con la famiglia ulteriori mosse", osservano cauti i legali. Magari in campo civilistico.