Francesco, una visita storica: la Cintola, gli stranieri e la strage del Macrolotto nel suo discorso / I TWEET / VIDEO

Una grande festa durata tutta la notte e culminata nel discorso del Pontefice dal pulpito di Donatello. Ecco chi sono le "personalità" invitate per il saluto personale. Rivedi l'evento su Twitter con hashtag #pontifexprato

Il Papa a Prato (Attalmi)

Il Papa a Prato (Attalmi)

Prato, 11 novembre 2015 - A distanza di quasi 30 anni (l'anniversario sarà il prossimo 19 marzo) un altro pontefice ha visitato ufficialmente Prato. Allora, nel 1986, fu Giovanni Paolo II, questa volta è Francesco: due volti diversi della Chiesa, ma due volti amatissimi dal popolo cattolico. Una visita singolare, per l'orario e per la durata: arrivo alle 7,45 allo stadio Lungobisenzio con l'elicottero vaticano e breve discorso in piazza del Duomo, prima di ripartire poco le 9 alla volta di Firenze.

LA SINTESI DELLA VISITA DI FRANCESCO A PRATO: GUARDA IL VIDEO DI ATTALMI

"Sono pellegrino di passaggio - ha detto papa Bergoglio dal pulpito di Donatello e Michelozzo a una piazza piena nella capienza massima che era stata stabilita per le misure di sicurezza - E' poca cosa, ma la volontà c'è", strappando un applauso a una piazza che ha ascoltato quasi in raccoglimento le sue parole. 

L'ARRIVO -  Papa Francesco è arrivato puntuale alle 7,45 allo stadio Lungobisenzio: tre gli elicotteri che sono atterrati sul campo da calcio. Ad attenderlo, il prefetto Simonetti, il sindaco Biffoni e il vescovo Agostinelli. Poi la partenza con la papamobile e il tragitto, secondo programma: piazza Europa, con il saluto alle scuole cattoliche, poi viale Vittorio Veneto, piazza San Marco dove si trovavano ad aspettarlo i malati (molti dei quali dispiaciuti per la velocità del passaggio che ha impeditoun saluto più caloroso verso di loro), piazza Santa Maria delle Carceri, dove c'erano i giovani, poi l'ingresso in centro storico e il passaggio da piazza del Comune, via Guasti, via Firenzuola e infine piazza del Duomo, imbandierata di bianco e giallo. Almeno 3mila persone nella piazza, dove erano stati lasciati appositamente ampi spazi vuoti per ragioni di sicurezza.

IL DISCORSO DEL PAPA - Bergoglio, dopo l'ingresso nella cattedrale di Santo Stefano e l'omaggio al Sacro Cingolo, reliquia custodita nel duomo e attribuita a Maria, ha parlato pochi minuti (due cartelle contro le dieci riservate a Firenze), ma le sue parole sono state dense di significato e ascoltate con enorme rispetto dalla piazza. "Sono venuto pellegrino - ha detto - in questa città ricca di storia e bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di 'città di Maria': siete fortunati perché siete in buonemani, mani materne. Siete privilegiati, perché custodite la reliquia della Sacra Cintola della Madonna, che ho appena potuto venerare".

Il Papa ha poi affondatosu temi caldissimi per Prato, in primis l'immigrazione e lo sfruttamento del lavoro nero. "Vi ringrazio - ha detto il Pontefice - per gli sforzi costanti che la vostra comunità attua per integrare ciascuna persona, contrastando la cultura dell'indifferenza e dello scarto. Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà, non rassegnatevi davanti a quelle che sembrano difficili situazioni di convivenza: siate sempre animati dal desiderio di stabilire veri e propri patti di prossimità".

Dure le parole contro il "cancro della corruzione", ma la sorpresa per la piazza è venuta in conclusione, quando Bergoglio ha toccato un fatto di cronaca che è ancora una ferita aperta per la città: la strage di via Toscana, al Macrolotto, dove sette operai cinesi morirono nel rogo di un capannone tessile. Il Papa ha ricordato nei dettagli il fatto, divagando dal testo ufficiale del suo discorso, e attaccando lo sfruttamento del lavoro e le condizioni inumane dei lavoratori.

LE "PERSONALITA'" - Dopo il discorso dal pulpito, il Papa è tornato in cattedrale dove ha ricevuto i doni della comunità e ha salutato personalmente 72 soggetti individuati come rappresentanti delle categorie e della società pratese. Ecco chi erano: il vicesindaco Simone Faggi, Michele Del Campo e Antonella Lentini (una disoccupata), Stefano Bellandi (Cisl), Angelo Colombo (Uil), Alessandro Fabbrizzi (Cgil), Andrea Cavicchi (Unione industriale), Luca Giusti (Camera di commercio), Andrea Belli (Confartigianato), Claudio Bettazzi(Cna), Damiano Vannucchi (Lega Coop), Mauro Lassi (Confesercenti), Stefano Meli (Confcooperative), Daniele Spada (Ali), Claudio Lombardi (Coldiretti), Stefano Morandi (Confcommercio), Marzia De Marzi (Palazzo delle professioni), fra Paolo Jianbing Hou e Cheng Rourou (comunità cinese), don Volodymir Vollshyn e Roman Pynda (comunità ucraina), don Andrea Dolba e Barbara K. Wiszniewska (comunità polacca), don Pavel Antalute e Ianus Iosif Leonard (comunità rumena), Sanny Mermida (comunità filippina), don Bosco Juan Oibsia e Ehika Happy Hillary (comunità nigeriana), don Yousuf Masih e Emanuel David (comunità pakistana), Rodolfo Giusti e Idalia Venco (Caritas), la famiglia di Alberto Freschi, gli onorevoli Antonello Giacomelli, Claudio Martini, Edoardo Nesi, Riccardo Mazzoni, il presidente del tribunale Nicola Pisano, Antonio Sangermano (Procura della Repubblica), i politici della Regione Stefano Ciuoffo, Nicola Ciolini e Ilaria Bugetti, Emiliano Citarella (provincia), isindaci dei comuni della provincia (Primo Bosi per Vaiano, Guglielmo Bongiorno per Cantagallo, Giovanni Morganti per Vernio, Doriano Cirri per Carmignano, Marco Martini per Poggio a Caiano, Mauro Lorenzini per Montemurlo), per la giunta pratese Filippo Alessi, Valerio Barberis, Luigi Biancalani, Maria Grazia Ciambellotti, Monia Faltoni, Simone Mangani, Benedetta Squittieri, Daniela Toccafondi, la presidente del consiglio comunale Ilaria Santi, Vincenzo Tedeschi (direttore carcere), Fabia Romagnoli (Fondazione Cassa di risparmio), per la Diocesi Irene Sanesi, Mauro Giovannelli, Domenico Mazzone, Giancarlo D'Agliana, Luigi Scrima e Andrea Bottinelli e infine Roberto Trucchi per le Misericordie.

Su un lato della piazza era stato poi ricavato spazio sia per le autorità civili che per quelle religiose, fra le quali non mancavano il vescovo emerito Gastone Simoni e le suore di clausura (la visita papale è una delle rare occasioni in cui possono lasciare il monastero di San Clemente).

"LA NOTTE BIANCA" - Bar aperti tutta la notte, ma anche qualche forno, tutti pronti all'arrivo di Francesco già da lunedì sera. Già a mezzanotte c'è chi si è messo dietro le transenne per avere un posto in prima linea: come Romeo Stella, titolare del negozio di fumetti Book Seller, che si è portato qualche albo da leggere e si è sistemato in piazza. Come la comunità filippina di Pistoia, "armata" di coperte e tanta fede. Come il pratese Giuseppe Sagaria, il primo a prendere posto in piazza. Come Giuditta Bertoli, che è arrivata da Pontremoli e ha stretto amicizia con lapratese Anna Rende, per condividendo l'attesa. Come Eleonora, Giada e Eugenia, che all'una mangianoun panino aspettando l'ora fatidica. E come la pasticceria Impero, che ha preparato una torta per il Santo Padre. Molto bella la veglia nella chiesa di San Francesco, con circa 500 giovani che dopo la preghiera sono rimasti a dormire sianella stessa chiesa che nei locali parrocchiali, per fare colazione tutti insieme alle 5 e raggiungere piazza delle Carceri.

Bella l'iniziativa del Ctg Viaggi e Scoperte, che ha portato la Croce di Monte Morello in piazza per permettere a tutti i ragazzi di legarvi i nastri colorati sui quali avevano scritto le loro intenzioni: la Croce, divenuta multicolore e grondante di nastrini, sarà riposizionata nelle prossime ore sul monte, come spiega Davide Finizio, presidente del Ctg pratese.

Le parole del vescovo - Prima di lasciare la parola a Francesco, il vescovo Franco Agostinelli ha brevemente introdotto l'ospite illustre: "E' gioia grande averla qui - ha detto il vescovo - Società civile e Chiesa a Prato hanno camminato insieme lungo i secoli. San Giovanni Paolo II, durante la visita del 1986, ebbe a dire che città e tempio crebbero insieme". Agostinelli ha definito Prato "comunità-laboratorio di convivenza, laboriosità, intraprendenza, spiritualità e solidarietà". Due le situazioni "più rilevanti e urgenti"che il vescovo ha voluto rappresentare al Papa: "La trasformazione del mondo del lavoro e l'immigrazione, che è insieme risorsa e imoegno serio per l'integrazione verso una società coesa".