“La scommessa del Made in Italy” al Museo del Tessuto

Al Museo del tessuto un evento dei Giovani Imprenditori di Prato e della Toscana

Francesco Marini

Francesco Marini

Prato, 12 giugno 2015 - Insistere con determinazione col pressing politico verso l’Unione Europea per una normativa che regoli e valorizzi l’origine dei prodotti; nel frattempo però lavorare anche per soluzioni a livello aziendale che, attraverso la tracciabilità, rendano ben riconoscibili le produzioni Made in Italy. E’ questo in sintesi il messaggio che è scaturito ieri dall’incontro “La scommessa del Made in Italy. Sfide ed opportunità” organizzato dai Giovani Imprenditori toscani e pratesi di Confindustria. A fare da scenario alla discussione un luogo simbolico come la ex Campolmi, storica fabbrica tessile di Prato oggi recuperata e divenuta sede del Museo del tessuto (che ha ospitato l’evento) e della biblioteca Lazzerini.

“E’ importante che nei giovani imprenditori italiani vi sia la consapevolezza del valore, commerciale e simbolico, del brand nazionale – commenta il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Prato Francesco Marini -. La valorizzazione del Made in Italy è un tema che fa leva su un’immagine dell’Italia come patria del bello, della creatività, di prodotti ben fatti e curati. Un’immagine che dobbiamo preservare e che ci può e ci deve traghettare nel futuro senza offuscarsi. Per questo sono fondamentali azioni su due fronti: quello politico istituzione verso l’Unione Europea, sul quale non bisogna mollare, ma anche l’introduzione in azienda di metodologie per la tracciabilità”. 

“C'è un po' di Made in Italy nella giornata di ogni cittadino del mondo. – aggiunge il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Giacomo Lucibello -. Un valore unico da tutelare, imparando a comunicarlo di più e meglio. Le imprese possono ancora crescere in competenze tecnologiche, economiche e di marketing per rendere tangibili stile, qualità e bellezza. Oggi abbiamo aggiornato le nostre strategie, i nostri strumenti per raccontare cosa facciamo e come lo facciamo. Un impegno che deve essere quotidiano per i Giovani Imprenditori, ma anche per le istituzioni che sono responsabili di costruire una politica industriale che consideri il Made in Italy un asset strategico.

"Proprio di tracciabilità si è parlato negli interventi di Francesco Falaschi di Var Group e nelle presentazioni di alcune interessanti start up come Cleviria, Inn3D, ViDiTrust e Vocal It. Su responsabilità e autenticità è intervenuta Veronica Tonini, Director-Chairman Office di Salvatore Ferragamo spa, mentre Erica Corbellini, direttore MAFED-Master in Fashion, Experience & Design Management della SDA Bocconi, si è soffermata sul Made in Italy fra tradizione e innovazione. Marco Felisati, vice direttore Internazionalizzazione e Politiche commerciali di Confindustria, invece, è intervenuto sulla mancata regolamentazione europea e sui marchi volontari nazionali. Ad aprire i lavori i presidenti Lucibello e Marini, mentre il vice presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Gian Giacomo Gellini ha chiuso i lavori. Ai relatori un omaggio eloquente: il plaid tricolore che Lorenzo Guazzini, anch’egli membro attivo dei Giovani Imprenditori della Toscana, ha realizzato con lana interamente Made in Italy.