Condannato senza saperlo. Perde anche in Cassazione

Doppia beffa per un 55enne di Montopoli

Un’aula di tribunale

Un’aula di tribunale

Montopoli, 22 agosto 2016 - Condannato a sua insaputa, perde anche in Cassazione. Una beffa da raccontare. I fatti vedono protagonista un 55enne montopolese. Torniamo al 18 febbraio dell'anno scorso quando una raccomandata, con la comunicazione della notifica del decreto penale e della contestuale rinuncia dell'avvocato, era arrivata all’ufficio postale di Montopoli. Ma il plico – non potuto consegnare all’interessato per sua assenza nei giorni immediatamente successivi – era stato poi ritirato dal montopolese una settimana dopo (ovvero il 24 febbraio). Il problema? Ormai i termini erano scadutì e il tribunale di Pisa lo aveva  già condannato (con un decreto penale) senza neppure che lui lo sapesse.   

Una volta scoperto, L.C., 55 anni, assistito da un nuovo legale, ha fatto ricorso per Cassazione contro la decisione del Gip del Tribunale di Pisa. Ma invece che ottenere "giustizia" è stato di nuovo condannato dalla Suprema Corte che gli ha inflitto mille euro da versare alla cassa delle ammende, oltre che il pagamento di tutte le spese processuali.

La Cassazione infatti ha rilevato che il decreto era stato regolarmente notificato allo studio del difensore dell’imputato a mezzo di una posta certificata e che l’elezione di domicilio restava valida nonostante l’intervenuta rinuncia del legale. Per la Cassazione, inoltre, il mancato ricorso a mezzi di comunicazione alternativi, rispetto alla raccomandata (telefono, fax o altro), da parte del difensore è circostanza - a questi fini - del tutto irrilevante.