Il marmo di Carrara per il presepe in cattedrale

Il maestro Franco Melani anche quest'anno, il 6 dicembre, presenterà la sua natività di Lucia Agati

Il presepe di Franco Melani

Il presepe di Franco Melani

Pistoia, 19 novembre 2015 -  E’ di marmo. Quest’anno il presepe del maestro Franco Melani nella cripta della Cattedrale di San Zeno, a Pistoia, è di marmo di Colonnata di Carrara: «Lo stesso che Michelangelo volle per il suo David». E’ di un marmo abbagliante come la neve e quasi iridescente sotto la luce dei led. Le luci sono soltanto di due colori: blu per illuminare la Sacra Famiglia, che sarà immersa in un lago d’acqua azzurra, e il rosso per l’alba, attraversata da un pastorello solitario che regge una lanterna illuminata. Un paesaggio lunare che affiora dal deserto. Non è ancora finito, ma è già magnifico e commovente. Soprattutto quando Melani racconta come lo ha costruito. E’ il tredicesimo capolavoro allestito in Duomo che l’artista regala alla cittadinanza pistoiese per Natale e ogni anno con un materiale diverso: corda, paglia, bambù, noci, pasta, granturco, cocci, tulle e pane. Il primo fu di vite: con i tralci dette vita ai suoi personaggi, strabiliando tutti. Fu l'inizio di una straordinaria avventura artistica che Franco Melani, stilista di abiti da sposa nel suo atelier di Valenzatico, vive, a 73 anni, con l’animo di un fanciullo, con tenerezza e incanto.

«Ho cominciato a lavorare a giugno – ci racconta – al presepe di marmo, nel mio laboratorio di casa. Con lo scalpello ho fatto tutti i pezzetti, che sono rotture, e non sculture, poi riassemblate in un mosaico». I pezzetti di marmo coprono i tetti del paesaggio di Betlemme e le gigantesche palme, ognuna delle quali ha richiesto, dieci giorni di lavoro: «L’interno è in legno – spiega Franco – rivestito di ovatta e tessuto e poi marmo». Di minuscoli, luminescenti frammenti sono ricoperti gli abiti dei personaggi, casacche e mantelli. Hanno l’«anima» in legno, fissato con il piombo, le figure della natività e i pastori, realizzati perchè possano essere sistemati nelle diverse pose. I volti, in marmo, sono stati sagomati con un micro-scalpello di due millimetri. «Per tutto questo – si racconta Melani – occorrono, volontà, manualità, inventiva e amore. Ho fatto il mio primo presepio a 8 anni, in casa e la prima grande “installazione“ a 18 anni, dopo un anno di lavoro: 22 personaggi che si muovevano tutti. «Il babbo – racconta divertito – mi prese un motore di quelli per l’acqua, ma era troppo grosso e le statuine si muovevano tutte velocissime. Risistemai la puleggia con la ruota della bici di mia zia, così ridussi la velocità. «Il presepio è il Natale – riflette Melani – , e su di me ha sempre esercitato un fascino enorme, un momento mistico che non ha niente a che vedere con l’albero di Natale. Il presepio dà pace, soprattutto se si rimane in silenzio, lì davanti, a guardare e l’idea della Nazione è bellissima».

L’inaugurazione è prevista per domenica 6 dicembre, alle ore 16. Da tredici anni, migliaia di persone, di pistoiesi e di turisti, donano a se stessi questo momento di pace rimanendo in silenzio, nella penombra della cripta, ad ammirare l’opera di Franco Melani. Minuti di ammirato raccoglimento che le persone vivono come qualcosa di molto prezioso, e unico. lucia agati