Eva Degl'Innocenti dirigerà il Museo di Taranto: «Lascio il posto fisso per un sogno»

La prima intervista dell'archeologa pistoiese, in "fuga" dal posto fisso per dirigere il gioiello tarantino

Eva Degl'Innocenti al centro, in completo rosso (foto d'archivio)

Eva Degl'Innocenti al centro, in completo rosso (foto d'archivio)

Pistoia, 19 agosto 2015 - «La vita è come la fede, un salto nel buio», cita Pascal Eva Degl’Innocenti, la giovanissima archeologa di Pistoia che andrà a dirigere il Museo Nazionale di Taranto, fra i più importanti del mondo. Vincitrice del bando internazionale del Mibac, e selezionata da una commissione di esperti e alti funzionari dei più importanti musei europei, Eva a ottobre lascerà un «posto fisso», a tempo indeterminato al Museo Coriosolis (una sua creatura) in Bretagna, per guidare nei prossimi 4 anni il gioiello tarantino.

La Degl’Innocenti ha 39 anni e fino a ieri era fra i migliaia di cervelli italiani in fuga, all’estero, per inseguire i suoi sogni. Ora il rientro, a sorpresa, per un posto di enorme rilievo ma a tempo determinato.

Ha avuto coraggio. E’ contenta di tornare in Italia? Ha accettato subito il nuovo incarico?

«Sono contenta, sì, e vivo questo ritorno come una sfida. Sono fiera e orgogliosa del lavoro che ho fatto sinora e di quello che mi attende. No, non ho accettato subito il nuovo incarico. Ho chiesto tre giorni di riflessione prima di decidere».

Tre giorni di riflessione? Perché?

«Perché lascio un posto a tempo indeterminato in un Paese, la Francia, che mi ha accolto a braccia aperte e mi ha dato la possibilità di evolvere. E poi perché conosco la situazione italiana e so che il mio è un atto di coraggio in ogni senso. Come un salto nel buio, insomma, che però vivo come atto d’amore per il nostro patrimonio culturale. Sono ottimista e positiva. So dove vado, non ho dimenticato da dove provengo».

Sarebbe mai tornata in Italia?

«Avevo deciso di farlo solo se ci fossero state le condizioni adeguate. E dirigere il Museo di Taranto, un sogno insperato, è la condizione giusta. Altrimenti non avrei rinunciato al lavoro in Francia per uno di quattro anni, rinnovabili, è vero, ma pur sempre instabile».

Com’è iniziata la sua avventura in Francia?

«Grazie all’Università e alle opportunità che a Pisa e a Siena ho potuto cogliere. Borse di studio e progetti internazionali da studentessa e da dottoranda. E gli scavi con in miei maestri, Marco Milanese e Riccardo Francovich. Concluso quel percorso, sono andata via perché delusa dalla situazione dell’Italia. Non volevo riciclarmi né adattarmi a questa passività. E così, ho vinto, unica italiana fra centinaia di francesi la selezione per il Coriosolis in Francia, comeproject manager di progetto europeo al Museo nazionale francese del Medioevo di Parigi».

Cosa ha imparato all’estero?

«L’ingegneria di progetto, che in Italia ancora stenta. Vengo dal mondo della ricerca pura e al contempo della concretezza, come mi hanno insegnato i miei maestri con i quali ho lavorato a progetti e sogni importanti come quello del Museo città di Firenze, dopo gli scavi sotto gli Uffizi, e al Museo Città di Pescia».

Non le fa paura il futuro?

«No, perché gli studi umanistici mi hanno dato la consapevolezza che la strada è in salita, ma anche un’armatura solida e piena di risorse».

LA DEDICA AI MAESTRI: EVA Degl’Innocenti dedica la nomina a direttore del Museo Nazionale di Taranto ai suoi maestri, Marco Milanese e Riccardo Francovich: «Sono fiera dei miei maestri. Una fortuna lavorare con coloro, ai quali voglio dedicare questa vittoria. Senza le opportunità di studio, scavo e ricerca che mi hanno offerto, non avrei potuto acquisire titoli ed esperienze. A loro e ai loro insegnamenti devo questo successo».

IL GRAZIE A PISTOIA: «SONO grata alla mia città, Pistoia. Qui sono nata e ho studiato alle elementari e alle medie. Pistoia, con il suo patrimonio culturale, ha contribuito alla mia formazione – dice Eva Degl’Innocenti, appena nominata direttore del Museo Archeologico Nazionale di Taranto –. Qui ho iniziato ad amare l’arte, la cultura, i monumenti. Se non fossi nata in questa città e in Toscana, forse, la mia strada sarebbe stata diversa». 

IL CURRICULUM. Dagli scavi in Tunisia alla vita in Francia «Numeri e bilanci? Nessun problema»: «SONO giovane per l’Italia, nella media per l’Europa», scherza così la 39enne neodirettrice del Museo Nazionale Archeologico di Taranto. Un incarico arrivato dopo una lunga e rigida selezione fra specialisti di ogni parte d’Europa. Eva Degl’Innocenti, per il suo professore Marco Milanese, è «una dei più brillanti e capaci tra i miei allievi». Una giovane archeologa nella quale Milanese, notissimo medievista dell’Università di Pisa, ha creduto, coinvolgendola in scavi e progetti in Italia e all’estero. Dopo la laurea in Archeologia Medievale a Pisa e un dottorato a Siena, la Degl’Innocenti ha partecipato a numerose campagne di scavo in Italia e Tunisia. E’ stata docente di Archeologia e Storia dell’arte islamica all’università di Firenze e ha condotto impegnative campagne di scavo agli Uffizi e a palazzo Vecchio. E’ stata project manager alle Scuderie del Quirinale e ha proseguito questa attività in Francia, dove, dopo aver elaborato un progetto europeo, ha creato il grazioso museo di Coriosolis. Il progetto per il Museo di Taranto? «Ricerca, management, pedagogia, formazione, luoghi vivi, insomma. I musei non sono solo per i topi di biblioteca, né io sarò un direttore manager che sa solo di bilancio» dichiara, e annuncia: «il Museo è del territorio, coinvolgerò l’Università del Salento, specialisti, e studenti. Una gran bella sfida».

 

Se al bando pubblico vince il merito. «Nomi illustri, non credevo di farcela»UNA storia positiva, un sogno che diventa realtà nel modo più bello: in trasparenza. Una (rara?) storia di meritocrazia in un concorso pubblico. Un bando internazionale al quale Eva ha «provato» a partecipare. «Non credevo di farcela – racconta –, perché c’erano candidati di altissima levatura». «Sfogliavo le pagine di un quotidiano italiano – spiega – e ho presentato la domanda via internet entro la scadenza di febbraio. La mia esperienza in Francia e le molte cose che qui ho realizzato al Centre d’Interprétation du Patrimoine Coriosolis sono state una carta vincente. Ho dimostrato alla commissione – racconta Eva – di avere capacità progettuale e manageriali e competenze scientifiche. Non conoscevo nessuno». Ha vinto il merito.

Chapeau.