"Ho vinto il coma con la poesia"

Gabriele Carradori racconta la sua storia di rinascita

Gabriele Carradori

Gabriele Carradori

Pistoia, 3 maggio 2016 - La sfida  più grande della sua vita Gabriele Carradori l’ha vinta quando si è svegliato dal coma grazie alle voci dei suoi amici che gli parlavano senza sosta. Un mese prima, la sera del 4 agosto del 1994, era stato investito davanti a casa, in viale Europa, ad Agliana, mentre giocava. Ma quando riaprì gli occhi non soltanto non ricordava l’incidente, ma nemmeno chi era. Ha ricomposto la sua vita frammento dopo frammento, ha ricostruito se stesso con la dote che quel terribile incidente gli aveva lasciato: una genialità che gli consente di attraversare più arti.

E così il teatro, la poesia e il segno grafico sono diventati, oggi che ha 36 anni, il suo grande patrimonio, che presenta al pubblico pistoiese con una mostra che sarà allestita al Residence Artemura e dove le sue poesie saranno esposte come quadri: su tela.

«Oggi sono uno scrittore – si confessa con orgoglio – e la poesia è salvezza per me e spesso le accompagno a grafemi, che rappresentano il suono quale significato nascosto dalle parole. Il recupero della mia memoria è stato accompagnato da persone prezione per me: Franco, Alessio, Marco, Emanuele, Jonathan. Ho riunito le iniziali dei loro nomi della poesia che ho intitolato Famej, sono i miei fratelli dopo quella notte in cui ho visto passare davanti tutta la mia vita, e poi loro me l’hanno ri-raccontata, perchè ne rientrassi di nuovo in possesso. Poi mi sono sempre impegnato per farcela da solo. Investendo nella propria personalità, mirando a evolversi, si può affrontare qualsiasi cosa, anche se è fatica essere diverso e a volte vieni scartato perchè fai paura».

Fondamentale figura nella vita di Gabriele è stato l’indimenticato Pierluigi Zollo. «Sono stato suo allievo a teatro dal ’95 fino alla sua morte». Leopardi, Pirandello, Calvino, Prevert sono i suoi grandi amori letterari, gli ispiratori. «Ma devo soprattutto ringraziare i miei maestri: Rossella Bonacchi, che comprese la mia bizzarria e la mia stravaganza, Franco Salvadori, amico di tutta la vita, Pierluigi Zolllo e Giovanna Sgueglia che attraverso Artemura mi sta dando questa grande possibilità e un grazie al pittore Max Loy che esporrà una sua opera con le mie poesie».