Strage a Nizza: "Rinchiusi nelle cantine del ristorante. Ho avuto paura"

Un avvocato di San Marcello sulla Promenade durante l'attentato

L'avvocato Tarelli a Nizza prima dell'attentato

L'avvocato Tarelli a Nizza prima dell'attentato

Pistoia, 16 luglio 2016 - «Eravamo usciti per una cena tranquilla tra colleghi. Non ci saremmo mai immaginati un simile episodio proprio a Nizza». Così racconta Marco Tarelli, avvocato 45enne e padre di una bambina di 2 anni, residente a San Marcello, che si era spostato nella città della Costa Azzurra per lavoro, come già in passato. Ma stavolta il soggiorno si è trasformato in un incubo. Quello vissuto assieme a una cinquantina di persone, fra cui diversi turisti, che si sono ritrovate accalcate sul retro di un ristorante, per cercare riparo dagli spari che si udivano ad un centinaio di metri, lungo la Promenade des Anglais, dove si stava consumando la tragedia del recente attentato (Leggi l'articolo).

«Ero a Nizza da mercoledì –spiega Tarelli – assieme a due professionisti che lavorano nel mio stesso studio di Pistoia. Giovedì, ultima sera del nostro soggiorno, eravamo usciti dal nostro hotel, il Plaza Boscolo, per una cena nel vicino centro città. Mi stavo gustando una pizza assieme ad una ventina di colleghi da tutta Italia, quando un gruppo di ragazzi ha fatto irruzione nel locale, gridando parole concitate in francese. Sul momento pensavamo ad una rissa, visto che qualcuno era sporco di sangue. Poi abbiamo realizzato che c’era stato un attentato. Ci siamo alzati da tavola, mentre il personale del ristorante diceva di scappare, aprendo la porta sul retro. Quasi trascinati dai clienti che fuggivano, ci siamo rifugiati nel magazzino. Siamo rimasti lì, fra bicchieri e fiasche di olio, per un quarto d’ora, poi siamo usciti nel cortile: si intravedeva la gente che correva e si udivano gli spari. Abbiamo aspettato ancora, poi , preso coraggio, ci siamo incamminati verso l’hotel. Il tragitto, seppur breve, mi è parso infinito».

Tarelli ha chiamato la moglie per dirle che stava bene. «La hall si era riempita di persone che avevano paura di tornare a casa e hanno trascorso la notte lì – prosegue - come potevamo dormire sonni tranquilli, col pensiero degli attentati?». Ieri mattina, l’avvocato è rientrato in Italia con l’aereo. «Ho avuto paura – conclude – forse erano state prese poche misure di sicurezza rispetto ad altre città francesi. Parlando coi residenti, abbiamo capito che nessuno a Nizza temeva un attentato».