Amianto nell'acqua pubblica, il Comune chiede la sostituzione delle tubature

Campionature effettuate a Ramini sono risultate positive alla pericolosa fibra nonostante i livelli riscontrati non siano ritenuti pericolosi per la salute

Acqua

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Pistoia, 1 dicembre 2015 -  Nel 2014, a seguito di sollecitazioni di vari Comuni, tra cui anche il Comune di Pistoia, l’Autorità Idrica Toscana ha effettuato una accurata ricognizione sulla presenza di tubature in cemento amianto negli acquedotti della Regione e ha avviato, d’intesa con la Regione Toscana, un Piano di monitoraggio sull’amianto. A Pistoia, come in tutta Italia, sono ancora presenti strutture in cemento-amianto realizzate prima dell’entrata in vigore della legge del 1992 sulla cessazione dell'impiego dell'amianto. Tra queste, vi sono anche porzioni di tubature degli acquedotti.

Secondo quanto reso noto dall’Amministrazione Comunale fin dall’avvio del Piano di monitoraggio, le tubature in cemento amianto presenti nella rete idrica cittadina sono il 2% e cioè 31,74 chilometri su un totale di 606,58 chilometri, concentrati particolarmente sulle adduttrici. Il monitoraggio condotto sull’acquedotto pistoiese, per conoscere la presenza di fibre di amianto nella nostra acqua potabile, ha riguardato sei punti di prelievo: Pontenuovo, Bussotto-Prombialla, Prombialla, Pontelungo, Ramini, Selvascura-Gello. Effettuati due prelievi su ogni punto, è emerso che soltanto in quello di Ramini il primo prelievo ha riscontrato la presenza di 33.000 fibre di amianto nell'acqua; il secondo è risultato negativo. Appena acquisita l’informazione dall’AIT sui due prelievi, l'Amministrazione ha immediatamente chiesto di far eseguire un terzo prelievo al fine di verificare ulteriormente la situazione, che ha evidenziato la presenza di 5885 fibre per litro.

Tali rilievi di fibre di amianto per litro di acqua è ben al di sotto della soglia di pericolosità; infatti l’unico riferimento mondiale, avvalorato anche dall'Istituto Superiore di Sanità, è quello rappresentato dall’Epa-Agenzia per la protezione dell'ambiente, che fissa in 7 milioni di fibre per litro di acqua il quantitativo di rischio legato alla possibile assunzione per via inalatoria. Nonostante non siano ad oggi rilevabili elementi di pericolo, nel rispetto del principio di precauzione sancito nel diritto comunitario, l’Amministrazione Comunale intende “presidiare direttamente, insieme all’AIT, tutte le azioni messe in atto per individuare la causa delle difformità tra i dati, identificare l’apporto derivante dal discioglimento delle fibre dalla rete, proseguire il monitoraggio su quel punto, indicandolo come priorità nel piano di sostituzione delle tubazioni idropotabili”, così come scritto nella lettera inviata nei giorni scorsi ad Ait dal vicesindaco con delega all’ambiente e alle società partecipate Daniela Belliti. Nella lettera l’Amministrazione chiede anche di “condividere tutti gli interventi utili a tutelare la salute pubblica, nonché la corretta gestione della rete acquedottistica, garantendo la massima trasparenza e informazione presso i cittadini”.