Gioielliere uccide rapinatore: il bandito era uscito dal carcere in marzo / SONDAGGIO

Il rapinatore, italiano di 43 anni, aveva finito di scontare la pena per altre rapine. "Ho difeso mia moglie", ha detto il negoziante, che in passato aveva subito assalti e in uno era stato accoltellato. Il giorno prima il bandito era entrato nel negozio

Daniele Ferretti, seduto, e i soccorsi al rapinatore (Foto Valtriani)

Daniele Ferretti, seduto, e i soccorsi al rapinatore (Foto Valtriani)

Pisa, 14 giugno 2017 - "Ho sparato per difendere mia moglie". Questo ha detto ai carabinieri Daniele Ferretti, 69 anni, gioielliere con alle spalle altre violente rapine subite. L'uomo ha sparato uccidendo un rapinatore nella serata di martedì 13 giugno a Pisa, in via Battelli, poco prima dell'ora di chiusura. LA GENTE SU FACEBOOK: "HA FATTO BENE A SPARARE" (LEGGI). Lui però è adesso indagato per omicidio volontario. 

Due, forse tre persone sono entrate nel negozio con armi alla mano (da stabilire se fossero vere o semplici scacciacani) chiedendo gioielli e soldi. L'uomo avrebbe estratto la pistola, dicendo ai rapinatori di andarsene. Poi la situazione è precipitata. La dinamica è al vaglio dei carabinieri ma in quei concitati momenti l'uomo ha fatto fuoco uccidendo uno dei rapinatori. Tutto sotto gli occhi appunto della moglie, rimasta sotto choc.

 

IL RAPINATORE

Il rapinatore ucciso si chiamava Simone Bernardi, aveva 43 anni: era originario della provincia di Latina e risultava domiciliato a Pisa. L'uomo, secondo quanto appreso, era stato scarcerato nel marzo scorso dalla casa circondariale Don Bosco di Pisa. Da quanto appreso, prima di uscire dal carcere aveva svolto un progetto di reinserimento sociale. L'uomo aveva appena finito di scontare una pena per reati specifici ed era l'unico del commando di tre entrato in azione ieri sera ad avere agito con il volto travisato proprio per il fatto di essere già conosciuto alle forze dell'ordine.

 

LA PISTOLA

Il proiettile avrebbe ferito mortalmente al costato la vittima entrando dal lato sinistro e uscendo poi all'altezza del braccio destro. Gli altri proiettili esplosi dalla pistola Beretta calibro 9, regolarmente detenuta dal gioielliere, non hanno invece colpito mortalmente il bersaglio, uno soltanto aveva ferito la vittima senza però procurargli danni mortali. I colpi di arma da fuoco complessivi esplosi durante il tentativo di rapina sono invece stati nove: due sono infatti partiti da una pistola in possesso dei rapinatori, senza colpire nessuno.

 

RILIEVI E PRIME INDAGINI

In mattinata il gioielliere è stato indagato per omicidio volontario, una misura - ha spiegato il procuratore capo Alessandro Crini - che è stata presa a tutela del gioielliere". Intanto i rilievi dei Ris hanno appurato che i colpi sparati sono stati 9: 7 dal gioielliere e 2 dal rapinatore. Due dei sette colpi sparati da Daniele Ferretti hanno colpito e ucciso il rapinatore. 

«Da una prima ricostruzione - ha detto il magistrato Paola Rizzo - il bandito che poi è riuscito a fuggire ha sparato e a quel punto Ferretti ha reagito sparando a sua volta e ferendo a morte un rapinatore colpendolo a un fianco». «È presto - ha aggiunto - per fare valutazioni perché adesso dobbiamo interrogare il commerciante anche in virtù degli elementi raccolti». Per il rapinatore non c'è stato niente da fare, è morto nella gioielleria, mentre il 118, chiamato dagli abitanti del quartiere insieme ai carabinieri, interveniva dentro il negozio per tentare di rianimarlo. Una vicenda cruda, che ripropone il tema della sicurezza dei negozianti. "Abbiamo sentito almeno tre spari, poi le urla", hanno detto dai palazzi che si affacciano sulla strada della gioielleria, via Battelli.

 

LA FUGA DEI MALVIVENTI

Nel caos gli altri due malviventi sono riusciti a fuggire. La loro auto è stata ritrovata vicino alla gioielleria. E' una Panda grigia metallizzata, che ora verrà analizzata dalla sezione scientifica dei carabinieri. Risulta rubata a Marina di Pisa  ed è targata Asti. Con quel mezzo la banda sarebbe arrivata in via Battelli. E' scattata subito la caccia all'uomo, per trovare gli altri componenti del gruppo. Solo a tarda sera il corpo del trentenne è stato rimosso. Subito dopo la sparatoria il gioielliere e la moglie sono stati portati in caserma dai carabinieri e sono stati a lungo interrogati per ripercorrere tutte le fasi della rapina. Tre i bossoli che sono stati trovati all'interno del negozio. 

Proseguono intanto le ricerche dei complici riusciti a sfuggire all'arresto. Si tratta di due persone: una che avrebbe preso materialmente parte alla rapina entrando nella gioielleria insieme al bandito ucciso, mentre una seconda avrebbe fatto da palo all'esterno della gioielleria.

 

L'INCHIESTA APERTA

Il gioielliere sarà interrogato in giornata dal pm Paola Rizzo.  Il commerciante sarà ascoltato per incrociare la sua versione dei fatti con le risultanze del sopralluogo effettuato ieri fino a notte fonda dalla scientifica dei carabinieri che indagano sull'episodio. Non è ancora stato identificato neppure il bandito morto che potrebbe essere originario dell'est europeo e apparentemente sui 35-40 anni d'età. Il malvivente è morto subito dopo essere stato raggiunto da un proiettile sparato da Ferretti che lo ha raggiunto al fianco all'altezza del costato. Intanto gli inquirenti lavorano sull'auto, una Fiat Panda, recuperata ieri sera nel parcheggio antistante la gioielleria e che risulta essere stata rubata lunedì a Marina di Pisa. Il negozio dove è stata compiuta la rapina è stato posto sotto sequestro.

 

LA RICOSTRUZIONE

Il gioielliere era sul retrobottega quando i due malviventi sono entrati in negozio: è stata la moglie ad aprire a uno dei due malviventi avendolo riconosciuto perché era passato la sera prima per visionare alcuni preziosi promettendo di tornare il giorno dopo perché, aveva detto, era sprovvisto di carta di credito. Lo si apprende da ambienti investigativi. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, che deve essere ancora verificata dalla visione delle immagini di videosorveglianza interna del negozio, la donna ha riconosciuto la persona che era venuta la sera precedente e gli ha sbloccato la porta, subito dopo i due banditi hanno estratto le armi e minacciato la moglie di Ferretti, che è giunto dal retrobottega impugnando la pistola regolarmente detenuta e invitandoli a desistere. Per tutta risposta, invece, uno dei due malviventi ha fatto fuoco all'indirizzo della donna senza colpirla e Ferretti ha reagito esplodendo sette colpi, due dei quali hanno raggiunto la vittima: uno di striscio, l'altro ha trapassato il busto da una parte all'altra uccidendolo all'istante dopo essere penetrato da un braccio ed essere fuoriuscito dall'altro.

 

IL GIOIELLIERE: CHI E'

Ferretti, commerciante storico di Pisa, in passato aveva subito almeno due rapine gravi. In una era stato accoltellato. Era il 1999 e l'uomo dovette subire un'operazione, ma se la cavò. Nel 2016 l'ultimo assalto, un uomo entrò nel negozio minacciando la commessa e facendosi consegnare rotoli di preziosi per decine di migliaia di euro. 

 

LE REAZIONI

Il caso fa discutere l'opinione pubblica. Sono diversi in questi anni i casi del genere, in cui il negoziante ha difeso la sua proprietà sparando e uccidendo. Solidarietà al gioielliere è stata subito espressa via Twitter dal segretario della Lega Matteo Salvini. Mentre Gianni Alemanno, segretario di Movimento Nazionale ha scritto su Facebook: "Daniele Ferretti ha difeso la sua gioielleria dall'ennesima rapina, reagendo e sparando al rapinatore. Nessuno si permetta di inquisirlo, la difesa è sempre legittima". "Penso che l'unica vittima sia Daniele Ferretti che negli ultimi anni ha subito altre rapine. Questo Paese e questa città devono cambiare perché non è possibile continuare a subire e vivere nella paura", ha detto Alessandro Trolese, vicepresidente vicario di Confcommercio Pisa.